17 Dec, 2025 - 12:25

Per Mario Sechi con il Green Deal muore l'Europa degli "economistoni" e di Greta Thunberg

Per Mario Sechi con il Green Deal muore l'Europa degli "economistoni" e di Greta Thunberg

La retromarcia dell'Europa sul divieto di vendere auto con motore a combustione a partire dal primo gennaio 2035 fa esultare il direttore di Libero Mario Sechi.

Del resto, "se l'Europa fosse quella che raccontano gli europeisti, non esisterebbe", ha scritto il numero uno del giornale milanese.

Secondo il suo parere, quello che si è registrato nelle ultime ore è solo "l'ultimo fallimento degli economisti fuori dalla realtà".

Mario Sechi contro l'Europa degli "economistoni" del Green Deal

Ma cosa ha scritto nello specifico Mario Sechi per criticare gli "economistoni" di Bruxelles?

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Il Green Deal è un fallimento ideologico dei nipotini dell'utopia comunista e degli economisti che hanno pensato di poter cambiare l'intero sistema di produzione dalle fondamenta, dall'energia che alimenta i motori

La retromarcia sull'auto elettrica, quindi, Sechi la vede come "una vendetta della storia":

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Si tratta della vendetta delle persone che non si possono ridurre a consumatori senza idee, pronti a seguire le allucinazioni di una classe di politici che ha scambiato Greta Thunberg per Karl Marx

Sechi contro gli "economistoni" di Bruxelles

Sechi, nel suo editoriale pubblicato oggi su Libero, se la prende con gli "economistoni" di Bruxelles:

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Sono arrivate al capolinea le idee degli economisti che si servono del burocrate per trasformare le loro teorie in armi di distruzione di massa

Questo, a parere del direttore, dopo ben trent'anni, il lungo periodo in cui "sono stati scambiati per degli statisti".

La grande disillusione

Insomma, ora, per Sechi l'Europa deve fare i conti con la realtà senza farsela più raccontare da economisti che della vita vera ne sanno davvero poco:

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La locomotiva tedesca si è fermata: crescita zero, 3 milioni di disoccupati, la faglia politica aperta dall'Afd ha riprodotto le due Germanie, Est e Ovest, e i cervelli fini delle lezioni di rigore da Berlino ora tacciono; il presidente della Confindustria tedesca, Peter Liebinger, l'ha messa giù piatta: Il Paese rischia una deindustrializzazione irreversibile. La Cina ha copiato il nostro modello. E le automobili, benvenuti a bordo: al volante c'è il Partito Comunista Cinese...

Ma non finisce qui. Che gli "esperti" siano stati messi fuori gioco dalla storia, Sechi l'ha motivato anche così:

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Qualche giorno fa, il Wall Street Journal ha dovuto ammettere che nessuna delle previsioni fatte dagli economisti con l'alloro in testa sui dazi e l'inflazione ha fatto centro, tutte sbagliate

Questo, mentre "l'ascesa dell'economista in Europa ha mandato in testacoda la manifattura e creato una categoria di oracoli che non ne azzeccano mai una":

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Fulminati dall'auto elettrica, in retromarcia sul Green Deal

La diversità dei Padri fondatori dell'Europa

Per Sechi, non è un caso che i Padri Fondatori dell'Europa fossero stati tutto fuorché economisti:

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Schuman era un giurista cattolico che aveva coltivato filosofia e teologia; Jean Monnet abbandonò la scuola a 16 anni, il suo straordinario intuito e pragmatismo furono quelli di un venditore di cognac che imparò l'arte del commercio internazionale e della diplomazia; il cattolico Konrad Adenauer da ragazzino aveva il pallino dell'inventore, fece studi giuridici e politici senza eccellere, fu un anti-prussiano d'acciaio, la Prima guerra mondiale mentre era sindaco di Colonia fu per lui la palestra del futuro statista; Alcide De Gasperi, eccezionale studente di greco e latino, si laureò all'università di Vienna in letteratura, tesi in filologia

A questo poker d'assi, Sechi aggiunge anche Winston Churchill. Per concludere così:

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A nessuno dei fondatori dell'Europa sarebbe venuto in mente di seguire Greta Thunberg e il suo esercito di invasati: l'avrebbero spedita a scuola 

 

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