Tutti i nodi vengono al pettine. E quello dell'antisemitismo è venuto fuori nel corso dell'ultima assemblea nazionale del Partito Democratico.
Quest'occasione, infatti, è diventata teatro di un aspro confronto tra due esponenti di spicco del Pd: Graziano Delrio e Francesco Boccia.
Al centro del dibattito, la proposta di legge presentata da Delrio per contrastare l'antisemitismo, che ha scatenato tensioni interne proprio mentre il partito cerca di ricompattarsi in vista delle sfide del 2026.
La proposta, depositata lo scorso ottobre e ora in discussione alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, mira a introdurre aggravanti penali per atti discriminatori contro ebrei, con norme su hate speech online e offline.
Ma le divergenze emerse hanno messo in luce fratture ideologiche nel Pd, tra chi spinge per una linea dura e chi teme derive censorie.
In tutto questo, Elly Schlein continua a caratterizzarsi per il suo silenzio, anche dopo l'attentato di Sidney.
Graziano Delrio, ex ministro e capogruppo alla Camera, ha difeso con vigoroe la sua proposta di legge durante l'intervento all'assemblea:
ha tuonato citando l'aumento del 30% di episodi antiebraici registrati dall'Osservatorio Antisemitismo nel 2025 dopo le tensioni legate al conflitto mediorientale.
La legge, ha precisato, non tocca la libertà di critica a Israele ma punisce le istigazioni all'odio violento, con pene da 2 a 6 anni per propaganda antisemita online. Delrio ha accusato i dubbi di "buonismo ipocrita" che lascia campo libero a frange estremiste.
Francesco Boccia, senatore e leader del movimento “Base Riformista”, dal suo canto, non ha risparmiato critiche frontali.
ha replicato, sostenendo che le norme sull'incitamento all'odio rischiano di criminalizzare il dissenso sul sionismo o sulle politiche israeliane.
ha aggiunto Boccia raccogliendo applausi da una parte dell'assemblea.
Lo stesso Boccia ha proposto emendamenti per restringere il campo solo a negazionismi dell'Olocausto e atti violenti, evitando "vaghe definizioni" che, a suo dire, aprirebbero un abuso giudiziario.
Lo scontro, durato oltre un'ora, ha visto Delrio accusare Boccia di "fare il gioco dei populisti di destra", mentre Boccia ha ribattuto definendolo "un interventista fuori tempo".
La botta e risposta ha polarizzato l'assemblea: i riformisti hanno plaudito alla linea dura, mentre la sinistra dem, quella più vicina a Elly Schlein, ha espresso perplessità, temendo un partito spaccato su un tema sensibile.
Assente dal dibattito diretto è stata la segretaria Elly Schlein. La segretaria non ha preso posizione né durante l'assemblea né sui social.
Il suo silenzio, così, ha alimentato speculazioni. Schlein, da sempre sensibile ai diritti civili e alle battaglie pro-Palestina, potrebbe temere di alienarsi la base progressista e l'elettorato Pro Pal con un sostegno esplicito a Delrio, specie dopo le recenti polemiche su Gaza.
Fonti interne parlano di un vertice riservato ieri sera con i leader delle mozioni, ma nulla trapela. Anche quando, in conferenza stampa questa mattina, hanno chiesto esplicitamente alla segretaria del ddl Delrio: ha deviato subito il discorso parlando della Manovra.