Un po' come gli ultimi dei giapponesi, Marco Travaglio iscrive il nostro Presidente della Repubblica nel club di chi fino alla fine non si arrende alla pace in Ucraina.
Stando al direttore del Fatto Quotidiano, infatti, è rimasto solo Mattarella a sognare che i confini di quella nazione non vengano ridisegnati dopo quasi quattro anni di guerra scatenata dalla Russia di Putin.
Mattarella, quindi, è un "sabotatore".
Putin, invece, dal punto di vista di Travaglio, non ha agito spinto solo dalla sua sete di potere, ma con valide ragioni che ora un po' tutti gli riconoscono.
Mattarella, nel corso della Conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo, ha ripetuto che è aberrante cambiare i confini di uno Stato con la forza.
Purtroppo, per l'inquilino del Colle, è ciò che sta capitando in Ucraina.
Ma tant'è, per Travaglio, il nostro Presidente della Repubblica è solo l'ultimo a non arrendersi davanti a una realtà che Putin ha scritto in quattro anni di sanguinosa invasione:
Ecco: Travaglio, oggi, nel suo consueto editoriale, ne fa una questione di real politik.
Per Travaglio, prima si giunge alla pace, meglio è. Tanto più che ora anche Zelensky si sta convincendo a mollare sui due punti che hanno scatenato la guerra:
Come dire: l'invasione se la sono cercata a Kiev.
Insomma: per Travaglio, la gente del Donbass non vedeva l'ora di diventare russa, di abbandonare l'incubo di far parte del mondo libero e democratico europeo e di andare sotto il dominio del regime di Mosca. Del resto, la storia lo insegna: meglio sudditi che cittadini, no?
Per Travaglio, a questo punto, è inutile, dopo i referendum (farsa) indetti dalla Russia qualche tempo fa nelle prime regioni conquistate, anche indire nuove consultazioni:
Questo è il ragionamento del direttore del Fatto. Il quale, non a caso, intitola il suo editoriale così: