Il dolore trasformato in business, con un vero e proprio tariffario per accelerare le pratiche burocratiche, o facilitare il trasporto delle salme al Policlinico di Palermo. Per vedere il corpo del proprio caro, prima che finisse in obitorio, la tariffa era di cinquanta euro.
Duecento euro la richiesta per l'espianto di un pacemaker, oppure cento per facilitare il lavoro delle pompe funebri.
La Procura del capoluogo siciliano, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha smascherato un giro di presunte tangenti che coinvolgerebbe quindici persone, per le quali è stato richiesto l'arresto.
Tra loro, quattro impiegati della camera mortuaria e undici titolari e addetti di agenzie funebri.
Secondo quanto emerso durante le indagini, come riporta AdnKronos, i dipendenti del Policlinico avrebbero messo in piedi un vero e proprio sistema di mazzette, che veniva reso noto a tutte le agenzie funebri.
Sarebbero circa cinquanta i casi di corruzione scoperti in poco più di un anno di indagini.
Si tratta di persone decedute all'interno dell'ospedale, oppure corpi su cui era stata disposta l'autopsia dalle Autorità. Tra questi anche la salma di Francesco Bacchi, il ragazzo ucciso davanti a una discoteca nel gennaio del 2024.
L'inchiesta è nata per caso, dalle intercettazioni di un impresario funebre lombardo da parte della Procura di Milano.
I pm hanno infatti captato uno degli indagati, titolare di una nota agenzia funebre siciliana che spiegava al collega, in merito al trasferimento di una alma da Palermo a Milano: "Qui funziona così, 100 euro alla camera mortuaria".
Il sistema utilizzato era ben rodato, secondo l'accusa: in cambio di contanti, gli impiegati della camera mortuaria avrebbero attivato una corsia preferenziale per la documentazione relativa al rilascio della salma, oppure per la vestizione dei corpi.
I titolari e gli addetti di agenzie funebri completavano la rete.
La Procura ha notificato la richiesta di arresto per 15 persone. Sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione e concussione.
Il Gip ha fissato gli interrogatori nei prossimi giorni, in modo da decidere se disporre o meno il provvedimento cautelare.