15 Dec, 2025 - 13:00

Clamorosa bocciatura dell'UE ad Agrifish: stop ai tagli, salva la pesca italiana nel 2026

Clamorosa bocciatura dell'UE ad Agrifish: stop ai tagli, salva la pesca italiana nel 2026

Il Consiglio Agrifish riunito a Bruxelles fino ha respinto nella notte la proposta della Commissione europea sui limiti di pesca nel Mediterraneo occidentale per il 2026, segnando una netta inversione di rotta rispetto all’impostazione iniziale di Bruxelles.

Non ci sarà il dimezzamento delle giornate di pesca come inizialmente proposto dal direttivo guidato da Ursula von der Leyen. Nel 2026 si manterranno i livelli di sforzo di pesca del 2025, salvaguardando migliaia di imprese e di pescatori.

Il Green Deal europeo subisce l'ennesima battuta d'arresto, dimostrazione ulteriore che in Europa il vento è cambiato.

Dopo oltre quaranta ore di negoziato, i ministri della Pesca dell’Unione europea hanno bocciato all’unanimità il piano che prevedeva un drastico taglio delle giornate in mare per i pescherecci a strascico.

Una decisione storica che rappresenta anche una vittoria dell’Italia, che insieme a Francia e Spagna ha costruito un fronte compatto capace di ribaltare la proposta della Commissione.

Cosa prevedeva la proposta della Commissione e quali i rischi per la pesca italiana

Ma cosa prevedeva la proposta della Commissione UE bocciata all'unanimità dai ministri della Pesca dei 27 stati membri?

In sostanza, la proposta originaria prevedeva una riduzione fino al 64% delle giornate di pesca per le imbarcazioni a strascico operanti nel Mediterraneo occidentale per salvaguardare i fondali e l'ecosistema marino.

Un taglio che, secondo le associazioni di categoria, avrebbe significato il blocco di gran parte della flotta italiana, con effetti disastrosi sull’occupazione, sull’economia di un settore strategico per l'Italia e sull’approvvigionamento di pesce fresco nazionale.

Coldiretti Pesca ha parlato di un rischio concreto di mettere “in ginocchio centinaia di imprese ittiche”, aumentando ulteriormente la dipendenza dall’estero, già salita dall 30% all’85% negli ultimi quarant’anni.

Anche Fedagripesca ha stimato che la proposta avrebbe causato un danno economico superiore ai 300 milioni di euro l’anno per il comparto del Mediterraneo occidentale.

Le trattative hanno portato a un compromesso che prevede – a fronte del mantenimento delle quote di pesca del 2025 - l'introduzione di meccanismi di compensazione, il riconoscimento del fermo biologico e incentivi per l'uso di attrezzi più selettivi.

Lollobrigida e il governo: “Ha prevalso il buon senso sull'ideologia UE”

A rivendicare il successo del negoziato è stato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che sui social ha scritto:

"Bruxelles ore 3.15. Buone notizie oggi per i nostri pescatori. Non subiranno alcun taglio alle giornate di pesca nel 2026. Dopo oltre 40 ore di trattative abbiamo scongiurato le proposte senza senso della Commissione Europea che chiedeva di ridurre di oltre la metà le giornate in mare dei nostri pescherecci".

Il ministro ha sottolineato che "rispetto all'anno scorso abbiamo migliorato le condizioni di lavoro delle marinerie italiane. Ha prevalso il buon senso sull'ideologia e la proposta della Commissione e stata superata all'unanimità dagli Stati membri rappresentativi della volontà popolare".

Il ministro ha poi ringraziato i dirigenti del Masaf e le associazioni della pesca:

"Quando gli italiani lavorano in squadra non li batte nessuno. Evviva!".

Sindacati e associazioni: scongiurati licenziamenti e crisi sociale

A tirare un sospiro di sollievo sono stati anche i sindacati di settore. La Uila Pesca parla di un risultato che “ribalta completamente le proposte draconiane della Commissione e ridà ossigeno alle marinerie italiane”. 

Legacoop Agroalimentare evidenzia come l’accordo abbia evitato “un drastico ridimensionamento dell’attività di pesca”, mentre Fedagripesca sottolinea che l’intesa garantisce continuità produttiva e stabilità occupazionale, scongiurando licenziamenti e la chiusura di imprese cooperative.

Il messaggio che arriva da Bruxelles è chiaro: la pesca mediterranea resta sotto osservazione, ma l’Europa ha scelto di non sacrificare lavoro e comunità costiere sull’altare di tagli indiscriminati.

 

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