L’Inter è più forte delle altre. E adesso sta anche sopra le altre. Ecco perché la vittoria sul Genoa minaccia di diventare uno spoiler su come andrà a finire il campionato da qui a giugno. Il primato in classifica non vale solo per il collettivo di Chivu, ma anche per l’elemento più rappresentativo. Lautaro ha consolidato il primo posto nella classifica marcatori, a scapito di padroni occasionali (Orsolini e Nico Paz, Leao e Pulisic) che avevano occupato la casella di miglior bomber finora.
Così, sembra evidente la proiezione festiva destinata a scaldarsi fino a primavera inoltrata: chi guida oggi la classifica generale e quella dei gol dà due segnali non banali a tutte le altre. Altre squadre che – peraltro – qualche regalino prenatalizio lo hanno già imprudentemente esibito.
In ordine di apparizione domenicale, il primo regalo per l’Inter lo aveva impacchettato il Milan, frenato in casa dal Sassuolo. Un pareggio che poi, almeno a chiacchiere, non è finito al 90°, perché si è commentato sui social il gol dell’eventuale 3-1, annullato a Pulisic per una spinta (inesistente) di Loftus-Cheek.
Il giovane arbitro Grezzini, debuttante a San Siro, chissà cosa ha visto. E chissà cosa hanno pensato al Var per non intervenire a correggere l’errore. Poi i veleni sono stati messi sotto anestesia da un altro fallo sorvolato, quello di Pavlovic su Cheddira in pieno recupero. Ma l’impressione “live” dell’ora di pranzo è rimasta serenamente cristallizzata anche a cena: il gol del Milan era regolare, e chissà come sarebbe andata a finire… Come finirà la stagione di Allegri & Co. dipenderà invece dal mercato. Ma senza centravanti non si va tanto lontano.
È finita peggio per il Napoli, che a Udine ha messo nuovamente a nudo i problemi di infortuni (troppi) e di rotazioni (poche). Nelle precedenti occasioni post-Champions, malgrado l’esuberanza di contrattempi muscolari, Antonio Conte aveva vinto quattro partite e ne aveva persa una sola, a Bologna. Stavolta invece l’Udinese ha travolto anche psicologicamente il Napoli, tanto da indurre Conte a esibire un’inedita raccomandazione per il futuro: “Dobbiamo imparare a perdere tempo”. Non esattamente un consiglio tecnico-tattico innovativo, ecco…
Ed eccoci alla Juventus, nella sua migliore versione “spallettiana”. A Bologna ha vinto, giocando (molto) meglio degli avversari. Per rispetto di Antonio Conte e di tutti gli amanti delle fatiche da Champions che condizionano le prestazioni in campionato, va evidenziato che la Juve era reduce da una passeggiata contro i ciprioti del Pafos al mercoledì, mentre il Bologna doveva gestire la stanchezza successiva a una trasferta assai impegnativa in Spagna al giovedì. Quindi, sulla carta era favorita la Juve.
Sul campo, anche. Bene comunque le prestazioni collettive, con riscoperta di Cabal (ancora in gol) e Bremer, due ex infortunati che Spalletti attende con ansia. Riscoperta anche di Thuram, proprio nel giorno in cui la Gazzetta lo ipotizzava in direzione Inter a farsi coccolare dal fratello maggiore, con contestuale Frattesi alla Juve. Trattativa smentita da Chiellini e da un’evidenza: K. Thuram farebbe comodo all’Inter, mentre Frattesi non serve alla Juve. Anche perché Frattesi sembra ormai finito parecchio indietro nelle gerarchie di centrocampo, dove ci sono il trio storico Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan, poi Zielinski che sa far tutto, quindi il talento di Sucic e l’emergente Diouf. Così, in nerazzurro Frattesi sembra diventato il settimo (e ultimo) centrocampista. Anche questo dà l’idea della forza dell’Inter.