Allarme democratico, compañeros! Gli Agnelli vogliono vendere Repubblica e La Stampa a un editore greco che proprio progressista non è, e da giorni già c'è chi grida allo scandalo, chi si strappa i capelli, chi piange, chi sfila in corteo insieme a Maurizio Landini, chi si straccia le vesti e chi sciopera.
Insomma: non sia mai che si possa compiere in Italia un normale cambio di proprietà in un'azienda editoriale. Soprattutto se quell'azienda editoriale crede di pubblicare il vangelo della sinistra radical chic.
È ciò che ha fatto presente oggi Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato dal Giornale.
Ma cosa ha scritto di preciso Vittorio Feltri contro i "tromboni" di Repubblica che da giorni sono a lutto per la vendita della loro testata?
Per il direttore sono "tromboni" che si stanno macchiando di "bullismo intellettuale": se non sei nelle loro grazie (come, sembra, l'editore greco), sei visto quantomeno con sospetto; se non frequenti il salotto giusto, sei fuori dal cerchio magico.
Eppure, "diciamolo senza ipocrisia - sottolinea Feltri - Repubblica è in malora"
A Feltri è tornato in mente Nanni Moretti quando, nel 2002, in piazza Navona, disse che con i vari Rutelli, Fassino, D'Alema, la sinistra non avrebbe mai vinto contro Berlusconi:
Il perché è presto detto:
In conclusione, secondo Feltri, "la crisi di Repubblica non nasce dalla vendita. Nasce da questo bullismo che ha sostituito il pensiero con il pregiudizio, la cultura con la superiorità":