Un piccolo terremoto nel mondo del cinema che ancora lascia la sua scia, con tanto di detriti. Quentin Tarantino, all'inizio di dicembre, aveva definito la performance di Dano nel film del 2007 di Paul Thomas Anderson, “Il petroliere”, “debole, inconsistente” durante un’intervista al “The Bret Easton Ellis Podcast”.
Ha poi spinto la critica su un piano ancora più duro e personale, aggiungendo che Dano è “una persona così debole, debole, priva di interesse” e arrivando a chiamarlo “il tipo più moscio del mondo”, usando un’espressione che è andata forse un po' sopra le righe.
Dozzine di colleghi di Dano si sono fatti avanti a difenderlo, ad esprimere un'opinione. E la risposta di Ethan Hawke, amico di Dano e collega di Tarantino, ha cambiato completamente il tono del dibattito, trasformando l’episodio in una lezione di umanità.
Ecco il video con l'intero servizio e l'intervento di Hawke:
Vediamo più da vicino che cos'ha detto l'attore.
Partiamo dall'inizio. Com'è nata la critica? Durante un’intervista al podcast di Bret Easton Ellis, Tarantino ha inserito “Il petroliere” nella sua classifica dei dieci migliori film del XXI secolo, ma con una pesante riserva: secondo lui, la performance di Paul Dano come Eli Sunday è un “gigantesco difetto” che rovina il film.
(la Screen Actors Guild, il sindacato degli attori, ndr). Ha dichiarato il regista di “Pulp Fiction”.
Il regista ha anche aggiunto che avrebbe preferito Austin Butler nel ruolo e ha esteso la sua critica ad altri attori come Owen Wilson e Matthew Lillard, dichiarando di non “curarsene” e di non sopportarli.
La reazione di Hollywood è stata immediata: molti colleghi, tra cui Alec Baldwin, Ben Stiller e Simu Liu, hanno difeso Dano sui social, mentre altri, come il comico Zach Woods, hanno duramente criticato Tarantino per la gratuità e il tono dell’attacco. Il caso ha riaperto il dibattito su quanto sia accettabile che un regista di fama mondiale attacchi in modo così duro un collega, soprattutto per un film universalmente considerato un capolavoro.
Ethan Hawke, che ha condiviso il palcoscenico con Paul Dano in una fortunata rivisitazione di “True West” a Broadway, è intervenuto durante un’ospitata al “Joe Rogan Podcast”. Hawke ha definito Dano “un essere umano di livello mondiale” e ha detto che la sua interpretazione in “There Will Be Blood” (ovvero “Il petroliere”) “non è affatto in discussione: è stato fottutamente grande”. Secondo Hawke, Tarantino “dice qualunque cosa gli passi per la testa”, ma quando qualcuno esprime odio, in realtà sta parlando di sé stesso, non della persona attaccata.
Hawke ha anche sottolineato che Tarantino non sta criticando davvero Paul Dano, ma il film che lui stesso avrebbe voluto girare:
In questo senso, la critica sarebbe più un riflesso dei suoi gusti personali e del suo modo di vedere il cinema che un giudizio oggettivo sul talento di Dano.
La parte più potente del commento di Hawke è la lezione che ne trae: di fronte a un attacco così forte, la vera risposta non è la rabbia, ma la consapevolezza dell’amore che circonda l’artista. Hawke ha osservato che, dopo le parole di Tarantino,
Per lui, il vero risultato del caso è che Dano ha scoperto quanto sia amato e rispettato dai colleghi e dal pubblico.
ha concluso Hawke. Un messaggio che va ben oltre il gossip di Hollywood: la vera forza sta nel sapere chi ti sostiene, non in chi ti attacca.