Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per venerdì 12 dicembre 2025 voleva essere un momento di forte mobilitazione contro le politiche economiche del governo Meloni.
Si incrociavano le braccia per la manovra di bilancio, ma in generale per tutte le politiche di Palazzo Chigi.
Sta di fatto che nonostante piazze affollate a Roma, Milano e Napoli, ma i dati di adesione aggiornati al 13 dicembre rivelano un participazione reale inferiore alle previsioni del sindacato. Tant'è che alcuni parlano di una vera e propria Caporetto per Maurizio Landini.
Nel pubblico impiego, l'adesione allo sciopero di ieri si è fermata al 4,4%. Nella scuola al 3,8%, Nei trasporti, il servizio è stato garantito al 90%. Il dato sula partecipazione complessiva tra lavoratori è stato inferiore al 5%.
Secondo i dati provvisori resi noti dalla Cgil nella mattinata di oggi, invece, l'adesione complessiva si è attestata intorno al 15-20% dei 10 milioni di lavoratori interessati, con picchi più alti nel pubblico impiego.
Nei trasporti, il settore più visibile, gli scioperi hanno causato disagi significativi: a Ferrovie dello Stato, il 35% degli astenuti ha bloccato il 25% dei treni Alta velocità.
Nel settore industriale, dati Inps e Uil confermano un 12% di ore non lavorate, con fabbriche come Fiat Chrysler (Stellantis) a Torino ferme al 18% e Ilva a Taranto al 25%, grazie alla forte presenza Cgil.
La scuola, invece, ha registrato il 22% di docenti assenti, con chiusure parziali in 1.500 istituti, mentre la sanità pubblica ha visto un 28% di infermieri e medici in sciopero, causando ritardi soprattutto negli ospedali lombardi e laziali.
Maurizio Landini, segretario generale Cgil, ha commentato i dati sottolineando la rabbia dei lavoratori contro un governo che attacca diritti e salario reale.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il ministro del Lavoro Marina Calderone ha minimizzato:
"Un flop, con danni all'economia per 500 milioni. I italiani scelgono il lavoro, non la politica sindacale"
Fratelli d'Italia esulta sui social, mentre Pd e M5S plaudono: "La Cisl e Uil dormono, ma la piazza grida no alla precarietà".
Per Slvini, invece, "Landini vuole il caos, paghiamo noi".
Il ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo l'ha messa così: