"Ho perso la testa. Non volevo scappare". Sono queste le parole del conducente del furgone, che, secondo gli accertamenti degli inquirenti, avrebbe tamponato la Fiat 500X guidata dalla madre di Lucia, morta la sera del 6 dicembre 2025 sull'autostrada A5 Torino-Aosta, all'altezza di Volpiano, dopo essere stata sbalzata dalla vettura.
L'uomo, identificato grazie a telecamere e testimoni, è ora al centro delle indagini per omicidio stradale e omissione di soccorso.
Avrebbe ammesso il tamponamento, dopo aver inizialmente dato versioni diverse in merito alla sera del sinistro.
Il 40enne, dipendente di una ditta di idraulica, si sarebbe presentato spontaneamente dalla polizia a 48 ore dall'impatto, dopo aver inizialmente riferito sia al titolare che alle forze dell'ordine di aver colpito un cinghiale, come giustificazione per il furgone ammaccato.
sono state le sue dichiarazioni spontanee, riportate da La Stampa e altri media.
L'autista avrebbe inoltre raccontato di aver provato a evitare la Fiat 500X che aveva improvvisamente sterzato verso il centro della carreggiata, ma di non esserci riuscito.
Il 40enne è indagato a piede libero: è difeso dall’avvocato Paolo Gramaglia.
Anche la madre 35enne della bambina deceduta, residente a Quincinetto, è stata iscritta nel registro degli indagati.
La donna, trasportata in ospedale, ha riportato un trauma cranico, giudicato guaribile in 15 giorni, ma è molto provata soprattutto psicologicamente.
Il corpo della piccola Lucia è stato ritrovato sull'asfalto: l'ipotesi è che l'ovetto non fosse correttamente assicurato al sedile. La bimba avrebbe compiuto tre mesi il 12 dicembre.
Intanto non è stato ancora identificato il conducente della terza auto, colui che avrebbe travolto la bambina espulsa dall'ovetto.
Rischia una denuncia, ma le accuse a suo carico saranno valutate dopo l'autopsia sul corpo della piccola, fissata per lunedì 15 dicembre 2025.
Da chiarire, infatti, se Lucia fosse già morta quando è stata investita.