Ha interpretato cattivi, criminali e appassionato migliaia di spettatori con i suoi ruoli da caratterista. Oggi ci lascia, a 60 anni, con un grande vuoto nel mondo del cinema e nel cuore degli appassionati dei cult anni Novanta.
Peter Greene, lo Zed di "Pulp Fiction", è morto venerdì 12 dicembre a New York, nella sua casa, come ha confermato il suo manager.

Peter Greene
Ha dichiarato il suo agente.
Secondo il portavoce, Greene a gennaio avrebbe iniziato le riprese di un thriller indipendente con Mickey Rourke dal titolo "Mascots".
Ancora nessuna notizia precisa riguardo alla causa della morte. Greene è stato ritrovato privo di vita nel suo appartamento nel Lower East Side, come ha dichiarato il manager Gregg Edwards, che però non ha rivelato ulteriori dettagli sul decesso.
Il primo a pubblicare la notizia della morte è stato il New York Daily News.
Amici e colleghi lo descrivono come un uomo riservato, molto legato alla scena newyorkese e alla musica, che amava ascoltare da solo nel suo appartamento nel Lower East Side. Non risultano moglie né figli. Il manager Edwards ha affermato che Greene lascia una sorella e un fratello.
Nato a Montclair, nel New Jersey, nel 1965, Greene ha scoperto la recitazione solo a metà dei suoi vent’anni, formandosi a New York presso lo studio di Lee Strasberg, dopo una giovinezza segnata da lavori saltuari e da una forte attrazione per i margini della società, che avrebbe poi portato sullo schermo. Negli anni ha parlato pubblicamente delle sue difficoltà personali e delle dipendenze, elementi che hanno sicuramente contribuito a costruire l’immagine di “attore maledetto”.
Potremmo definire Peter Greene un caratterista specializzato in ruoli da villain, diventato volto cult degli anni Novanta grazie a interpretazioni carismatiche e a dir poco disturbanti.
Dopo essersi fatto notare nel dramma indipendente "Clean, Shaven" (1993), in cui interpretava un uomo affetto da schizofrenia, sospettato di omicidio e che a volte si automutilava.
In quel caso specifico, un recensione del New York Times affermava che l'interpretazione di Greene ha trasformato il ruolo da lui interpretato "in un personaggio irresistibilmente angosciato e volubile, qualcuno che non ha nemmeno dovuto tagliarsi a pezzi per attirare l'attenzione del pubblico".
Aveva proprio il poter di trasportare completamente gli spettatori nell'interiorità dei personaggi, farli guardare con un occhio affascinato, per quanto cattivi fossero.
La recensione del New York Times afferma che l'interpretazione di Greene ha trasformato il ruolo da lui interpretato "in un personaggio irresistibilmente angosciato e volubile, qualcuno che non ha nemmeno dovuto tagliarsi a pezzi per attirare l'attenzione del pubblico".
Ha trovato la consacrazione nel doppio exploit del 1994 con il sadico Zed in "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino e il gangster Dorian Tyrell in "The Mask", accanto a Jim Carrey.
Ha poi consolidato il proprio status di “cattivo di culto” con i ruoli di Redfoot ne "I soliti sospetti" ("The Usual Suspects", 1995) e del detective Jeff nel poliziesco "Training Day" (2001), e ha costrutio una filmografia di oltre novanta titoli che lo ha reso uno degli attori più riconoscibili nel suo genere.