Uno dei momenti che resterà dell'edizione 2025 di Atreju sarà senz'altro l'intervista che Marco Travaglio ha fatto al ministro della Difesa Guido Crosetto. E una delle battute che segnerà la festa di quest'anno sarà di sicuro quella che l'esponente del governo Meloni ha fatto a proposito di Francesca Albanese.
Il direttore del Fatto ha introdotto la relatrice Onu nella discussione, al suo solito, come se fosse una santa, la santa protettrice della Palestina. Ma il ministro ci ha messo poco per asfaltarla. Guadagnandosi l'applauso convinto del pubblico.
Stando a un sondaggio YouTrend, in soli due mesi, la quota di italiani che non ha più fiducia in Francesca Albanese è aumentata di ben 16 punti
Come dire: dal sindaco di Reggio Emilia a Liliana Segre, dalle scolaresche che sarebbero state indottrinate con la sua propaganda (il ministro dell'Istruzione Valditara, a tal proposito, ha incaricato gli ispettori di appurarlo) fino ai suoi convegni con esponenti di Hamas, la relatrice Onu più parla e più si svela, più parla e più risulta una persona non credibile.
Come ancora oggi abbia l'incarico delle Nazioni Unite è spiegabile solo dal fatto che l'istituzione del Palazzo di Vetro ormai è a maggioranza terzomondista antioccidentale. Ma questo è un altro discorso. In Italia, ormai, Francesca Albanese è sinonimo di faziosità.
Quando non sono le sue parole a rivelarlo, sono le sue faccine.
E comunque: ieri, ad Atreju, Marco Travaglio, uno dei pochi italiani che continua a darle credito, a un certo punto (minuto 59 del video sotto), ha chiesto a Crosetto se non era il caso che il governo italiano difendesse Francesca Albanese dalle accuse che primi tra tutti le hanno mosso contro gli Usa.
Per il direttore del Fatto, è un'italiana. E in quanto tale doveva essere difesa dal governo dalle sanzioni inflittele dall'amministrazione Trump in seguito alle quali non può nemmeno usufruire di un conto corrente bancario.
Che faccia male il suo lavoro, per Travaglio, non conta. Che ripeta la propaganda di Hamas, per Travaglio, non conta. Che si sia schierata politicamente alzando il braccio sinistro e mostrando il pugno con bandiere palestinese e kefiah non conta. Conta che è italiana.
Il direttore del Fatto l'ha messa sul piano del free speech, della libertà di parola. Come se Albanese fosse una cittadina qualsiasi e non avrebbe, nelle vesti di rappresentante dell'Onu, l'obbligo di essere imparziale nel suo lavoro.
Al che Crosetto ha risposto:
E comunque, Crosetto ha portato anche un esempio fattivo di come il governo difenda fattivamente anche chi non ha il suo stesso orientamento politico: quello della missione della Flotilla:
Applausi per il ministro: gli unici a naufragare sono stati Travaglio e Albanese.