È destinata a far discutere la sentenza emessa dal Tribunale di Venezia nei confronti di un 52enne accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una ragazza che, all'epoca dei fatti - cinque anni fa - aveva appena 15 anni. L'uomo, denunciato dai familiari della giovane, è stato assolto "perché il fatto non sussiste". Il collegio giudicante, composto da tre donne, ha stabilito che non sarebbe provata oltre ogni ragionevole dubbio l'assenza di consenso da parte della minore.
I fatti risalgono alla fine del 2020. Secondo quanto ricostruito da Il Gazzettino, la relazione tra il 52enne e la 15enne sarebbe iniziata online. L'uomo avrebbe interagito con la giovane su Instagram, perlopiù attraverso like e messaggi, per poi passare a conversazioni sempre più confidenziali.
Da lì gli incontri di persona, proseguiti per circa nove mesi, durante i quali i due avrebbero consumato anche rapporti sessuali. L'accusa - rappresentata dal pm Giovanni Zorzi - ritiene che essi siano avvenuti dopo le insistenti pressioni del 52enne e, in alcuni casi, nonostante i rifiuti della ragazza, in almeno un episodio "manifestatamente contraria".
La denuncia era scattata quando i genitori della 15enne si erano resi conto di ciò che stava accadendo. A quel punto, la Procura aveva avviato un'indagine e poi rinviato l'uomo a giudizio. Durante il dibattimento, il tema centrale è stato quello del consenso.
La ragazza, ascoltata anche in aula, ha riferito di essersi più volte sentita costretta. Una versione che non ha convinto del tutto i giudici, che hanno posto particolare attenzione ai messaggi che i due si scambiavano.
In uno di questi, la 15enne avrebbe scritto all'uomo: "Sei mio". Ma gli avrebbe anche inviato foto e video intimi. La sentenza ha stabilito alla fine che non si può escludere che la giovane abbia rielaborato il racconto per timore della reazione dei familiari.
La legge italiana fissa l'età del consenso a 14 anni, salvo casi in cui l'adulto rivesta posizioni di autorità o affidamento. Circostanza, questa, non ritenuta presente nel caso esaminato.
I giudici hanno parlato di una relazione caratterizzata da "una diversa maturità", precisando che però tale valutazione ha valore etico e non incidere sul piano penale.
Si tratta, comunque, di una sentenza destinata a far discutere. Soprattutto per le tempistiche, visto che il Parlamento è impegnato in questo periodo nella redefinizione giuridica del concetto di consenso sessuale.