12 Dec, 2025 - 13:40

Perché Giorgia Meloni mette all'asta i suoi regali

Perché Giorgia Meloni mette all'asta i suoi regali

Non siamo ancora a Natale e c'è già chi cerca di disfarsi dei suoi regali. Si tratta, nello specifico, di Giorgia Meloni. 

La premier ha deciso di mettere all'asta i regali istituzionali ricevuti durante i suoi viaggi ufficiali all'estero da quando è presidente del Consiglio. 

In tutto, sarebbero circa 273 i doni di cui la Meloni vuole disfarsi, per un valore stimato fino a 800 mila euro.

Calma: è già deciso che il ricavato sarà destinato a enti no profit.​

Perché i regali di Giorgia Meloni vanno all'asta

Ma perché i regali di Giorgia Meloni vanno all'asta?

La norma italiana vieta ai funzionari pubblici di trattenere doni di valore superiore ai 300 euro: quest'ultimi devono essere devoluti allo Stato.

Così, Palazzo Chigi ha affidato, tramite una recente delibera, la loro gestione a Bertolami Fine Art Srl: è arrivato il momento di liberare spazi nel deposito e, magari, generare fondi utili.

Il decreto del segretario generale del 24 ottobre 2025 ha avviato la procedura, rispondendo a un'interrogazione parlamentare di Francesco Bonifazi di Italia Viva del maggio scorso.​

Quali sono i regali che ha avuto la premier nei suoi viaggi all'estero

Ma quali sono i regali che vanno all'asta? Tra i 273 doni, figurano un paio di scarpe di pitone blu con tacco d'oro donate in Arabia Saudita da Norah Alhumaid, un iPad ricevuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e una parure di gioielli giunti dalla Libia.

La lista dei doni, poi, include un vaso prezioso dal Vietnam, vari tappeti da Libia e paesi arabi, una statuetta d'oro e un busto di Gandhi dall'India di Narendra Modi, una statuetta da Javier Milei, una ciotola di ceramica da Joe Biden, un foulard da Edi Rama (quello con il quale si fece la foto in ginocchio) e un servizio da tè da Viktor Orban.

L'elenco comprende anche un abito tradizionale indonesiano, dei quadri, un set di trucchi giapponese, cofanetti e cinture preziose.​

C'è da dire in ogni caso che questa mossa di Meloni cerca di bilanciare protocollo diplomatico e trasparenza, evitando potenziali gaffe internazionali ma valorizzando i doni per scopi sociali.

Prima di Natale, si può affermare che l'asta rappresenta un esempio di gestione oculata.

Come dire: anche i regali possono essere "beni comuni". Tanto più che recentemente, dal palco di Atreju, Marianna Meloni, la sorella della premier, ha confessato di invidiare questa pratica: anche lei, negli anni, ha ricevuto tantissimi regali:

virgolette
Soprattutto quelli pensati per la casa, però...molti sono orrendi...
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