12 Dec, 2025 - 10:43

Il governo arruola 10mila nuovi soldati: l’Italia si prepara alla guerra. Ma contro chi? 

Il governo arruola 10mila nuovi soldati: l’Italia si prepara alla guerra. Ma contro chi? 

Il governo italiano, per la prima volta dopo diversi anni, ha dato il via libera a un massiccio aumento del personale militare: 10mila nuovi soldati entro il 2033.

Quasi contemporaneamente, a Berlino, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, pronunciava parole di fuoco contro la Russia, paventando un possibile attacco all’Alleanza entro cinque anni e invitando gli Stati membri ad adottare un’economia di guerra.

Due episodi che raccontano bene il clima di incertezza e tensione che si respira in Europa, mai come in queste settimane sospesa tra speranze di pace e timori di un conflitto continentale.

La decisione del Consiglio dei Ministri di ieri, giovedì 11 dicembre 2025, non è arrivata a sorpresa, ma era nell'aria già da diverso tempo.

Negli ultimi mesi il ministro della Difesa, Maurizio Crosetto, ha in più occasioni sottolineato la necessità dell'Italia di colmare diverse mancanze nel campo della difesa per salvaguardare la sicurezza nazionale.

Le tensioni geopolitiche e l’imprevedibilità del conflitto russo-ucraino destano allarme in tutti i governi europei, compreso quello italiano.

L’Italia, allora, si sta preparando davvero alla guerra?

Perché il governo italiano arruola 10mila nuovi soldati entro il 2033?

Il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legislativo che prevede l'aumento di circa 10mila unità tra le forze armate entro il 2033. L'obiettivo è passare dagli attuali 150mila militari a 160mila. 

Le misure prevedono la revisione della carriera degli ufficiali, con nuova scansione del percorso formativo e riconoscimento economico agli aspiranti. Viene armonizzata la ferma dei marescialli, introducendo un obbligo di 5 anni per gli allievi reclutati tramite concorso. 

Si amplia l’accesso dei volontari ai concorsi straordinari per il ruolo sergenti. Sono previste norme transitorie fino al 2033 che alzano a 40 anni il limite d’età per i concorsi Ufficiali interni e permettono il transito nei ruoli Marescialli a personale laureato.

Infine, vengono introdotti concorsi straordinari per Sergenti, aperti fino al 2030 anche a civili con diploma e meno di 32 anni.

Si tratta del primo atto concreto del governo verso un rafforzamento della difesa nazionale da diversi anni a questa parte.

L'Italia si prepara alla guerra: ecco come

Il  decreto varato ieri in Cdm non è un provvedimento isolato. Negli ultimi mesi il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha accelerato i preparativi militari per allinearsi agli obiettivi Nato.

Nel 2025, la spesa per la difesa raggiungerà il 2% del Pil, con un aumento del 38,5% rispetto al 2024, pari a 45,3 miliardi di euro, includendo riclassificazioni di voci come cybersicurezza e Guardia di Finanza.

Il ministro Guido Crosetto ha varato un "non paper" su 5.000 uomini dedicati alla guerra ibrida, contro minacce a infrastrutture critiche, reti energetiche e disinformazione, con 1.549 eventi rilevati nei primi sei mesi del 2025. L'Italia prepara l'undicesimo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina. 

La scorsa settimana il ministro della Difesa Crosetto nel corso dell'audizione in Commissione Difesa aveva sottolineato la necessità dell'Italia di investire maggiormente nella sicurezza alla luce delle mutate condizioni geopolitiche che minacciano di mettere fine alla pace che da 80 anni regna in Europa. 

Contro chi ci stiamo preparando? Le ipotesi geopolitiche sul tavolo

Russia, Cina, Iran e Corea del Nord: è questo il nuovo asse che preoccupa l’Occidente. 

La principale minaccia per la sicurezza dell'Europa e dell'Occidente resta il conflitto russo-ucraino, che continua a generare instabilità prolungata.

Il rischio di un allargamento a livello continentale delle ostilità rimane elevato, con possibili escalation che potrebbero coinvolgere fronti multipli attraverso tattiche ibride come cyberattacchi, disinformazione e interruzioni di supply chain critiche. 

Altre ipotesi geopolitiche puntano a dinamiche di cooperazione tra attori non allineati con l'Occidente, come un asse informale che include Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.

Questa rete mostra segni di crescente interconnessione militare, con esercitazioni congiunte, trasferimenti di tecnologie per droni e condivisione di intelligence, potenzialmente in grado di sfidare equilibri globali attraverso operazioni asimmetriche.
Tali rischi potrebbero evolvere in crisi più ampie se non gestiti con deterrenza multilaterale.​

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