12 Dec, 2025 - 11:15

Alex Bonucchi morto in Algeria, la famiglia chiede un incontro con Nordio: "Porti il caso in Italia"

Alex Bonucchi morto in Algeria, la famiglia chiede un incontro con Nordio: "Porti il caso in Italia"

Ci sono ancora zone d'ombra sulla dinamica della morte di Alex Bonucchi, il 25enne di Nonantola (Modena) che nel gennaio 2021 perse la vita dopo essere uscito dalla piscina dell'hotel "Amsterdam" di Rouiba, alla periferia di Algeri, dove si trovava per una trasferta di lavoro.

 Nonostante la condanna della struttura e il risarcimento riconosciutole, la famiglia ha chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio un incontro per "discutere del caso" e fare in modo che esso venga trasferito in Italia.

La morte di Alex Bonucchi e la condanna dell'hotel

Alex lavorava come tecnico per la Sacmi Forni di Imola. Il 4 gennaio 2021, dopo essere uscito dalla piscina dell'hotel in cui soggiornava, entrò in contatto con un cavo elettrico scoperto, subendo una folgorazione mortale.

Lo scorso 9 novembre, la Corte d'Appello algerina ha riconosciuto la responsabilità della società che gestisce la struttura, condannandola al pagamento di una multa di 200mila dinari (circa 1.334 euro) e a un risarcimento di 8 milioni di dinari (poco più di 53mila euro) ai genitori del ragazzo.

Decisione frutto di lunghe battaglie legali, preceduta dall'annullamento da parte della Corte Suprema delle precedenti assoluzioni del rappresentante legale dell'albergo, grazie anche all'intervento del Ministero degli Esteri italiano. 

L'appello della madre al ministro Nordio

Per i familiari di Alex, c'è da una parte la soddisfazione, dall'altra la frustrazione per l'assenza di condanne personali ai titolari. "Siamo felici ma anche amareggiati", ha dichiarato a Tag24 la madre del 25enne, Barbara Degli Esposti.

Per questo, negli scorsi giorni, la donna ha chiesto "un incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, tramite la deputata del Movimento Cinque Stelle Stefania Ascari, che ha presentato un'interrogazione parlamentare, e il consulente-criminologo Michel Emi Maritato".

"Non molliamo: sappiamo che è complicato, perché l'Algeria non fa parte dell'Europa, ma vorremmo riuscire a portare il caso in Italia. L'obiettivo finale è avere giustizia ma anche verità, perché al momento troppe cose non tornano", ha aggiunto. 

Verità e giustizia: la battaglia dei familiari del 25enne 

Non c'è solo la questione degli organi - il cuore e il polmone destro di Alex - trattenuti all'estero per accertamenti (mai compiuti) e poi sepolti in un cimitero locale (di cui la famiglia ha ottenuto da poco le coordinate).

Ci sono le foto mostrate alla madre per il riconoscimento, in cui si vedeva che "Alex aveva un occhio nero e un taglio alla base del naso, gonfio e tumefatto". 

Alla sua richiesta di spiegazioni, le fu detto che "avrebbe sbattuto la testa quando è caduto". Eppure i gestori dell'hotel hanno sempre riferito di averlo ritrovato in acqua.

Gli altri ospiti della struttura, tra cui un turista bielorusso che era in piscina, non sono mai stati ascoltati. "Voglio solo rispetto", afferma Barbara.

"Non mollo. Posso stare ferma per un giorno, ma alla fine riparto sempre", aggiunge. È soprattutto grazie alla sua tenacia se, in questi anni, è stato fatto qualcosa. 

Ora lei e il padre di Alex, così come tutte le persone che gli volevano bene, si aspettano maggiori risposte. "Il risarcimento? Ci è sembrato un 'contentino', l'ennesima presa in giro", dicono, arrabbiati. 

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