La ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è stata contestata da un gruppo di studenti durante il suo intervento alla kermesse Atreju di Fratelli d'Italia in corso a Roma.
Come dire: festa sì, ma fino a un certo punto.
L'episodio ha riacceso il dibattito sulla riforma dell'accesso a Medicina, con i manifestanti che hanno denunciano il cosiddetto "semestre filtro" come un ostacolo per gli aspiranti medici.
Bernini ha risposto con ironia, citando Berlusconi:
Poi ha tentato di scendere dal palco per confrontarsi direttamente con i contestatori.
Ad Atreju, evento clou del partito di Giorgia Meloni, la ministra Bernini è salita sul palco per parlare di università e ricerca quando è stata interrotta da attivisti dell'Unione degli Universitari (Udu) e altri studenti.
Gridando slogan contro la riforma, hanno lamentato:
Si sono rifereti al semestre filtro introdotto per tutti al fine dell'ammissione a Medicina.
La ministra, in un primo momento, non si è scomposta. Poi è sbottata così:
La ministra ha proseguito definendo la loro manifestazione di dissenso "inutile".
Poi ha deciso di scendere dal palco e dialogare con loro, dimostrando fermezza ma anche apertura al confronto.
La riforma, approvata nel 2025, prevede un "semestre filtro" iniziale per gli studenti di Medicina, con selezione successiva basata su merito e capacità, sostituendo il tradizionale test d'ingresso unico.
I critici, inclusi docenti universitari in una lettera aperta del maggio 2025 con oltre 750 firme, hanno dapprima denunciato rischi di incostituzionalità, poi la disparità tra sedi e il danno alla qualità della formazione medica.
Ma la situazione è precipitata in questi giorni quando, al termine del semestre filtro, moltissimi ragazzi si sono ritrovato con un pugno di mosche in mano in quanto bocciati soprattutto per la difficoltà a rispondere correttamente ad alcune domande di fisica.
Da qui la protesta ad Atreju che ha evidenziato i timori di migliaia di ragazzi che si sono organizzati ache con petizioni online al fine di chiedere una revisione rapida del sistema messo in campo.
Bernini, dal canto suo, ha difeso la sua riforma. Per la ministra, si tratta di una via per una selezione più equa e formativa.
Ma le contestazioni persistono, alimentando ancora una volta un dibattito nazionale su accesso e merito nelle facoltà a numero chiuso.