Il nuovo rapporto dell’intelligence militare danese scuote gli equilibri della sicurezza euro-atlantica. Copenaghen inserisce gli Stati Uniti tra le potenziali minacce per gli alleati. L’analisi segna una rottura storica nella percezione del ruolo americano in Europa, evidenziando un Washington più assertiva, concentrata sull’Indo-Pacifico e disposta a usare strumenti economici e militari anche contro partner tradizionali. In un contesto globale dominato dalla competizione con Cina e Russia, il rapporto danese diventa così un campanello d’allarme sul possibile indebolimento della NATO e sull’emergere di un nuovo ordine strategico.
Il servizio di intelligence militare danese ha inserito, per la prima volta, gli Stati Uniti tra i rischi per la sicurezza nazionale nelle previsioni 2025. Questo allarme è emerso da un rapporto ufficiale pubblicato l’11 dicembre 2025.
Si tratta di un passo storico che rivela le crepe profonde nelle relazioni transatlantiche.
L'intelligence danese ha accusato Washington di privilegiare interessi nazionali con strumenti aggressivi come le tariffe e ha denunciato che non esclude l’uso della forza militare, persino verso alleati fidati. In un contesto di rivalità globali con Cina e Russia, Copenaghen segnala l’erosione del ruolo americano come pilastro della difesa europea.
Il documento danese denuncia un cambio di paradigma:
Il riferimento è esplicito alla pressione sulla Groenlandia.
La relazione danese evidenzia anche l’incertezza sul futuro delle relazioni tra USA e Cina. “C’è incertezza su come si svilupperanno le relazioni tra Cina e Stati Uniti nei prossimi anni”, con Washington che vuole spostare risorse verso l’Indo-Pacifico per contrastare Pechino su influenza, alleanze e risorse artiche.
La nuova strategia di sicurezza nazionale degli USA impone agli europei oneri maggiori in armamenti e deterrenza.
I servizi prevedono che, nello scenario peggiore, entro pochi anni la Russia sarà pronta a combattere la propria guerra regionale nel Baltico e la Cina nello Stretto di Taiwan:
L’avvertimento danese non è solo tattico, ma un monito su un’alleanza che rischia di implodere sotto il peso di un’America sempre più selettiva.