11 Dec, 2025 - 12:29

Violenza sessuale in una scuola media di Castellammare, prof rinviata a giudizio: quando inizia il processo

Violenza sessuale in una scuola media di Castellammare, prof rinviata a giudizio: quando inizia il processo

Un'aula scolastica trasformata in luogo di abusi. Un'insegnante di sostegno di 38 anni di Castellammare di Stabia è stata rinviata a giudizio dal gip Emanuela Cozzitorto del Tribunale di Torre Annunziata.

La donna è accusata di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione ad atti sessuali e corruzione di minorenne ai danni di alcuni alunni di una scuola media, tutti sotto i 14 anni.​

Il caso era scoppiato lo scorso gennaio, portando all'arresto della professoressa.

Violenze sessuali a scuola a Castellammare di Stabia, prof rinviata a giudizio

La prof 38enne, titolare di cattedra di sostegno, è attualmente agli arresti domiciliari. Nell'interrogatorio di garanzia la donna ha respinto le accuse.

Il Ministero dell'Istruzione, tramite Avvocatura dello Stato, si costituirà parte civile accanto alle famiglie, difese dall' avvocato Antonio De Martino. 

La prima udienza del processo è stata fissata al 23 marzo 2026.

Le indagini

Le indagini, avviate dai Carabinieri della Compagnia di Castellammare e coordinate dalla Procura, avrebbero svelato il modus operandi della docente. La donna portava alcuni ragazzi in un'aula isolata da lei ribattezzata "la saletta", con la scusa di impartire lezioni private.

In queste occasioni avrebbe mostrato video pornografici gli studenti, avviando conversazioni esplicite su esperienze personali. Ma non solo: avrebbe creato un gruppo su Instagram per parlare di "cose zozze, porno" nel momento in cui le è stato precluso l'accesso all'aula.

L'insegnante avrebbe anche praticato un rapporto orale su un 12enne, come emerso durante l'ascolto protetto del ragazzino alla presenza di una psicologa.​ Gli accertamenti hanno poi validato le testimonianze dei sette minori coinvolti.

L'insegnante aggredita dai genitori

La vicenda è esplosa a gennaio 2025: le vittime avevano confidato tutto ai genitori dopo che due di loro erano stati sospesi proprio dall'insegnante di sostegno perché sorpresi a fumare una sigaretta elettronica.

Il giorno dopo, undici familiari avevano fatto irruzione a scuola picchiando sia la docente, che aveva avuto una prognosi di 20 giorni, sia suo padre, che aveva riportato una frattura al polso.

I genitori sono ora a processo per lesioni aggravate, minacce, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio, con la prof parte civile assistita dall'avvocato Francesco Cappiello.​

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