Tensione in tribunale a Napoli, dove questa mattina, 10 dicembre 2025, è stata emessa la sentenza nel processo in rito abbreviato per l'esplosione avvenuta nella fabbrica abusiva di fuochi d'artificio di Ercolano, in cui sono morte le gemelle Sara e Aurora Esposito di 26 anni, e il 18enne di origini albanesi Samuel Tafciu.
I parenti delle vittime hanno tentato di aggredire i magistrati. "Questa non è legge" hanno gridato in aula.
Il giudice ha condannato i datori di lavoro, Pasquale Punzo e Vincenzo D'Angelo, a 17 anni e 6 mesi di reclusione. Il fornitore della polvere da sparo, Raffaele Boccia, è stato invece condannato a 4 anni.
Ai titolari dell'attività la Procura contestava i reati di triplice omicidio volontario con dolo eventuale, caporalato, detenzione e fabbricazione di esplosivi, oltre a violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Boccia era accusato di concorso nella fabbricazione abusiva di materiale esplodente. L'esplosione si è verificata il 18 novembre 2024.
Dopo la lettura della sentenza, i parenti delle vittime hanno tirato sedie e altri oggetti: un tentativo di scagliarsi contro i giudici è stato evitato grazie all'intervento della polizia. Già prima si erano verificate tensioni tra i familiari degli imputati e quelli delle vittime.
ha dichiarato il papà di Samuel Tafciu, tra le lacrime, riferisce Il Corriere della Sera.
Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu sono morti al loro primo giorno di lavoro. Avevano accettato questa occupazione, in nero e sottopagata, per aiutare le proprie famiglie. Aurora era madre di una bambina di cinque anni: Sara adorava sua nipote.
Samuel era diventato papà da appena quattro mesi e viveva con la fidanzata 17enne e la famiglia di lei. Aveva lasciato il lavoro da magazziniere dopo tre mesi perché non era stato pagato.
"Era un bravo ragazzo", ha ribadito il papà, distrutto dal dolore.