10 Dec, 2025 - 12:40

Perché Vittorio Feltri è stato condannato per aver detto che sparerebbe in bocca a un musulmano?

Perché Vittorio Feltri è stato condannato per aver detto che sparerebbe in bocca a un musulmano?

Vittorio Feltri deve mettere mano al portafoglio. Deve scucire la bellezza di 20 mila euro per aver detto, nel corso di una puntata della trasmissione radiofonica "La Zanzara", che avrebbe sparato in bocca a un musulmano.

La condanna gli è arrivata da un giudice del Tribunale civile di Torino che ha valutato il contenuto delle parole del giornalista "discriminatorio" nei confronti dei musulmani.

A nulla è valso, evidentemente, che le parole incriminate fossero state pronunciate durante una puntata del 2024 di una trasmissione nota per i suoi toni provocatori oltre che polemici.

Nel commentare le proteste scoppiate a Milano in seguito alla morte del diciannovenne egiziano Ramy Elgami, Feltri aveva espresso opinioni molto dure, arrivando a definire i musulmani come “delle razze inferiori”.

La condanna a carico di Vittorio Feltri per le parole contro i musulmani

Questa espressione aveva suscitato immediate reazioni di protesta oltre polemiche nell’opinione pubblica, portando a un intervento giudiziario volto a valutare la natura discriminatoria del suo intervento.

Il procedimento era stato avviato grazie all'azione dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), con sede legale a Torino, che si occupa di tutela dei diritti degli immigrati e delle minoranze.

L’associazione aveva presentato denuncia chiedendo che venisse riconosciuto l’abuso e la violazione dei principi di parità e rispetto della dignità umana contenuti nelle normative italiane ed europee.

Durante il processo, il giudice ha ritenuto che le parole di Feltri configurassero una vera e propria “molestia discriminatoria” basata su motivazioni etniche e religiose, una condotta che va oltre il diritto all’espressione del pensiero, configurandosi come un attacco diretto alla dignità personale e collettiva dei musulmani.

La condanna a Feltri

Per questo motivo, è stata disposta una condanna pecuniaria: Feltri dovrà versare all’Asgi una somma pari a ventimila euro a titolo di risarcimento.

Inoltre, il tribunale ha ordinato la pubblicazione integrale della sentenza sul quotidiano Corriere della Sera, al fine di dare massima diffusione al provvedimento e sensibilizzare l’opinione pubblica sui limiti del linguaggio pubblico.

Questa decisione è arrivata in un contesto già segnato da precedenti sanzioni nei confronti di Feltri.

Dopo la trasmissione incriminata, l’Ordine dei giornalisti aveva deciso per una sospensione di quattro mesi nei suoi confronti, giudicando le sue dichiarazioni contrarie ai principi etici della professione.

Parallelamente, l’emittente Radio24, che aveva trasmesso la puntata, era stata multata dall’Agcom con una sanzione di 150mila euro per violazione delle norme previste dall’articolo del Testo unico dei servizi di media audiovisivi.

La multa si basava anche sulla violazione del regolamento che tutela i diritti fondamentali della persona, ribadendo la responsabilità delle emittenti nel controllo e nella prevenzione di contenuti discriminatori o offensivi.

Le reazioni alla condanna

Il caso ha riacceso il dibattito pubblico sul linguaggio usato dagli opinionisti e giornalisti nei media, evidenziando la linea sottile che intercorre tra libertà di espressione e i messaggi che possono alimentare discriminazioni e odio sociale. 

La sentenza di Torino conferma la necessità di un equilibrio tra diritto a manifestare il proprio pensiero e rispetto dei diritti fondamentali, e sottolinea come soprattutto i professionisti della comunicazione e le figure pubbliche debbano rispondere delle proprie parole quando queste incitano al pregiudizio e alla discriminazione.

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