09 Dec, 2025 - 11:54

Armando Lerose scomparso da Cirò Marina: sedici anni di silenzio

Armando Lerose scomparso da Cirò Marina: sedici anni di silenzio

Sono trascorsi più di quindici anni dalla scomparsa di Armando Lerose, muratore trentatreenne residente a Cirò Marina in provincia di Crotone, di cui si sono perse le tracce il 1 dicembre 2009.

L’uomo, che viveva da solo a poca distanza dalla casa di sua madre, era solito mantenere contatti quotidiani con la famiglia.

Quel giorno, tuttavia, non rispose alle chiamate e questo destò immediata preoccupazione, spingendo i parenti a denunciare la sparizione.

Il giorno successivo la madre si recò presso l’abitazione del figlio, scoprendo che Armando non era rientrato e non si era presentato al lavoro.

Armando Lerose scomparso: l'allontanamento del 33enne 

Armando si è allontanato potenzialmente in modo autonomo con la propria auto, una Fiat Punto azzurra a tre porte, targata BT696JZ.

Nell’appartamento non risultavano segni di preparativi né effetti personali mancanti: documento d’identità e cellulare risultavano con lui al momento della sparizione.

Da quel momento, l'uomo non ha più comunicato né con parenti, amici e conoscenti, aumentando la preoccupazione per le sue sorti.

Il ritrovamento della vettura

Nel gennaio 2010, una Fiat Punto carbonizzata fu ritrovata nelle campagne di Cirò. All’interno furono rinvenuti degli occhiali, successivamente riconosciuti come appartenenti all’uomo.

Il veicolo fu posto sotto sequestro per le analisi del caso.

Nonostante questo elemento significativo, la vicenda non ha mai trovato una soluzione e il destino di Armando resta tuttora irrisolto.

Identikit e l'ultimo abbigliamento

All’epoca della scomparsa, Armando Lerose aveva 33 anni. È descritto come un uomo alto circa un metro e settanta, con capelli neri e occhi castani.

Il giorno in cui si sono perse le sue tracce indossava un giubbotto grigio smanicato, un paio di jeans e scarpe marroni.

Un elemento importante per il riconoscimento riguarda i tatuaggi: sul polso destro portava inciso il proprio nome, mentre sul collo aveva tatuato un ragno e sul gomito una ragnatela — dettagli che, allora come oggi, restano particolarmente distintivi.

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