Trump e Putin convergono nel dire che l'Europa tra una ventina d'anni sarà irriconoscibile, erosa?
Beh, per Vittorio Feltri, non bisogna aspettare tanto: il Vecchio Continente si può già definire adesso il grande malato del mondo.
La colpa? Il direttore, nella sua rubrica che tiene sul Giornale, non ha dubbi a chi indirizzarla: i clandestini. Sì, proprio loro: non abbiamo saputo gestire i flussi migratori e ci hanno cambiato i connotati.
Come se nella storia i flussi migratori non fossero stati una costante.
Ma tant'è: per Feltri, evidentemente, fatto cadere il Muro di Berlino nel 1989, bisognava costruirne uno molto più lungo, capace di dividere (chissà dove, poi) l'Europa dal resto del mondo.
Ecco, per Feltri, ci avrebbe salvato una grande muraglia stile cinese.
E comunque: ognuno è padrone a casa sua. E, a casa sua, sul Giornale, Vittorio Feltri è padrone anche di rimpiangere il fatto che la Grande Muraglia sia sorta in Cina anziché in Europa.
Il direttore dà ragione a Trump e Putin: anzi, l'Europa, per lui, è già morta. I due pesi massimi della scena internazionale sono fin troppo buoni quando predicono la fine tra qualche anno. Tant'è che la mette così:
Ma per quale motivo?
Peccato che Feltri non indichi una data precisa per questa presunta scelta scellerata: quando, per la precisione, l'Europa ha deciso di smontare i propri confini? Ai tempi dell'Impero romano, dando vita alle invasioni barbariche?
Sarà. Ma, per Vittorio Feltri, bisogna vedere nell'immigrazione clandestina tutti i mali che oggi ha l'Europa:
E vabbè: a Feltri tutto viene in mente tranne che, forse, anche per governare meglio i flussi migratori, servirebbe un'Unione Europea più forte, più incisiva. E che, per arrivare a questo, bisognerebbe, ad esempio, superare la regola del voto all'unanimità a Bruxelles.
Se l'Europa muore, è per i troppi veti che deve subire dai vari Stati nazionali.
E quindi, per salvarla, bisognerebbe, al contrario di quanto dice purtroppo anche la nostra premier Giorgia Meloni, avere la consapevolezza di dover fare questo salto di qualità.
Invece, il direttore fa tutt'altro discorso. La prende un po' più alla larga, diciamo così:
Insomma, quello di oggi è un Feltri versione filosofo più che uomo pragmatico, come spesso si è dimostrato di essere nel campo della politica:
Appunto: ad oggi, chi siamo? Se non si capisce che senza una sorta di Stati Uniti d'Europa, ciò che siamo è un insieme di staterelli destinati a essere mangiati dai giganti del pianeta, come quelli rappresentati da Trump e Putin, non dobbiamo fare altro che organizzare il nostro funerale.