09 Dec, 2025 - 10:12

Ucraina, il patto ombra che spinge Zelensky verso la resa: ecco cosa rivelano le fonti di intelligence

Ucraina, il patto ombra che spinge Zelensky verso la resa: ecco cosa rivelano le fonti di intelligence

Negli ultimi dossier che circolano tra le cancellerie europee, la guerra in Ucraina appare avvolta da una nebbia più fitta del solito. Non è solo il logoramento militare, né il ritmo degli attacchi russi a infrastrutture energetiche e depositi logistici. È la sensazione — riportata da fonti di intelligence occidentali — che attorno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky si stia chiudendo un cerchio più grande, fatto di pressioni parallele e di una convergenza sotterranea tra Mosca e una parte dell’establishment americano.

Gli analisti usano una formula prudente: “dinamica convergente non dichiarata”. Una definizione che indica l’allineamento di due spinte diverse ma orientate verso lo stesso obiettivo: portare Zelensky al tavolo dei negoziati da una posizione di estrema debolezza. È l’ipotesi che nelle ultime settimane ha guadagnato spazio tra i servizi europei, allarmati dal ritmo degli avvenimenti e dall’evoluzione dei segnali politici provenienti da Washington.

La pressione militare russa: una strategia calibrata per il logoramento

Secondo una nota riservata, gli attacchi russi dell’ultimo mese non sono semplici operazioni di routine. Colpiscono centrali elettriche, snodi ferroviari, stazioni di servizio e depositi di carburante con lo scopo di “erodere la capacità del Paese di sostenere l’inverno e le operazioni militari”. Una strategia di logoramento che punta a fiaccare la resilienza civile prima ancora di quella militare. “Mosca vuole far capire che il tempo sta finendo”, si legge in un’altra analisi.

L’avanzata, seppure limitata, è costante. E soprattutto, psicologicamente pesante: ogni chilometro perso da Kiev diventa un argomento in più per chi, negli Stati Uniti, ritiene necessario accelerare una forma di compromesso.

La pressione americana: missioni riservate e un messaggio ricorrente

Le fonti di intelligence statunitensi parlano invece di una diplomazia “a bassa visibilità”, fatta di incontri tecnici, emissari non ufficiali e briefing che non arrivano nei comunicati stampa. Il messaggio che arriva a Kiev è diventato più insistente: “Serve una soluzione sostenibile. Non si possono prolungare all’infinito guerra e spese militari.”

Il “patto ombra”: convergenza di interessi, non un accordo

È in questo contesto che nasce l’espressione “patto ombra”, usata in un rapporto di un servizio europeo per descrivere una situazione ambigua: non un’intesa formale tra Mosca e Washington, ma una somma di interessi paralleli. Da una parte, la Russia vuole cristallizzare i territori conquistati e ottenere una tregua che confermi sul campo la sua avanzata. Dall’altra, una parte del sistema politico americano mira a chiudere la guerra per concentrarsi su dossier più urgenti, dalla Cina al Medio Oriente.

Per Zelensky, il quadro che si delinea è un corridoio sempre più stretto. Secondo una fonte europea citata in un report riservato, “il presidente ucraino percepisce che la finestra di sostegno assoluto si sta riducendo e teme una pace modellata più da esigenze esterne che dalla sua volontà”.

L’Europa in bilico: spettatrice o arbitro?

Infine, il ruolo dell’Europa. I servizi dei Paesi UE osservano con crescente preoccupazione la marginalizzazione del continente. Nelle ultime riunioni riservate, alcuni governi hanno espresso timore che una pace imposta dagli Stati Uniti possa consolidare un precedente geopolitico pericoloso.

La guerra, dicono le analisi, potrebbe non concludersi con una vittoria o una sconfitta, ma con una resa diplomatica. Una resa che nessuno ammetterà apertamente, ma che potrebbe nascere proprio da quel patto invisibile di cui, da settimane, parlano le intelligence.

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