08 Dec, 2025 - 15:54

Robin Williams, stava già in difficoltà sul set di "L’attimo fuggente"? La rivelazione di Hawke

Robin Williams, stava già in difficoltà sul set di "L’attimo fuggente"? La rivelazione di Hawke

Non tutto è come sembra e gli angoli più bui, talvolta, si nascondono proprio oltre i sorrisi più luminosi della storia. Ce l'ha insegnato l'attore Robin Williams che, sul set di “L’attimo fuggente”, pare stesse già affrontando un travaglio interiore profondo, che Ethan Hawke – appena diciottenne all’epoca – dice oggi di aver percepito chiaramente, pur senza coglierne allora tutta la portata.

Non va però ridotto alla sua fine tragica, il grande attore di "Dead Poets Society". Lo vuole ribadire anche Hawke che riconosce la sua sensibilità artistica, umana, la quale stava proprio nella capacità di saper “reggere la tempesta” della propria psiche per donare sempre qualcosa di nobile a tutti gli altri.

La rivelazione di Hawke su Robin Williams

In una lunga intervista a “CBS Sunday Morning”, ripresa il 7 dicembre 2025 da Deadline, Ethan Hawke ha raccontato di essere stato “consapevole” della complessità emotiva di Robin Williams già durante le riprese di “Dead Poets Society”, nonostante fosse ancora molto giovane.

Hawke dice che gli era chiaro come quell’enorme carisma e quell’energia travolgente avessero un prezzo psicologico molto alto e che, avendo sempre avuto casi di persone vicine che soffrivano di depressione, è come se qualcosa nell'aria la sentisse.

Ethan Hawke in "L'attimo fuggente"

Hawke, poi, cita proprio un episodio preciso: una scena sul set in cui Williams improvvisava battute, nella quale la troupe è esplosa in risate e applausi. Lo ha ritrovato molto cupo poco dopo, Ethan.

Robin era da solo, nascosto in un angolo buio. Quel contrasto tra il sorriso di poco prima, simpatico, solare, che illumina tutti, e l’uomo che si isola in solitudine, nell’ombra, ha particolarmente impressionato il giovane attore. È stata un'immagine che, in un certo senso, gli è rimasta addosso.

E ne ha parlato con queste parole:

virgolette
Ricordo che una volta stava improvvisando delle battute, tutti ridevano e lo riempivano di complimenti. Io sono andato a prendermi un bicchiere d’acqua, un bagel o qualcosa del genere, e l’ho visto nascosto in un angolino, al buio, completamente da solo. E io ho pensato: “Ah, ok”. Ora mi è tutto molto più chiaro, in realtà. Era tanto, era faticoso. Ci sono tante storie sui clown e sulla felicità che riescono a regalare, e su quale prezzo si paga per farlo.

Le difficoltà di Robin Williams sul set di “L’attimo fuggente”

Le parole di Hawke forse potrebbero farci vedere un altro lato di come è stato vissuto il set del film di Peter Weir del 1989, in cui Williams interpretava il brillante professor John Keating al fianco del giovane cast di esordienti che ci ha rapito il cuore tra note di poesia shakespeariana e citazioni di Walt Whitman.

Hawke, comunque, fa il ritratto di un uomo “profondamente sensibile” e iper-ricettivo all’energia della stanza, in grado di assorbire umori e tensioni fino a farsene carico.

Questa ipersensibilità, unita al peso delle aspettative e al lavoro continuo per far ridere e per far commuovere, rendeva il set un luogo emotivamente carico per Williams, secondo quanto racconta il collega.

Eppure, proprio durante “L’attimo fuggente”, quella stessa vulnerabilità è diventata benzina per una performance che ha segnato la storia del cinema e è valsa a Williams una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista.

La morte e l'eredità artistica di Robin Williams

Hawke insiste sul fatto che il suicidio di Williams nel 2014, legato anche alla diagnosi di demenza a corpi di Lewy, non debba diventare l'unico ricordo che abbiamo di lui.

Lo stesso attore di "Prima dell'alba", quando oggi rivede “L’attimo fuggente”, dice di pensare solo alla forza dello spirito dell’uomo conosciuto sul set e a quanto abbia resistito ai propri dissidi interiori pur di dare qualcosa di bello agli altri.

LEGGI ANCHE