Negli ultimi mesi il caso di Alessandro Venturelli e la sua scomparsa hanno avuto un’amplificazione mediatica senza precedenti.
In particolare, dopo le recenti segnalazioni di potenziali avvistamenti avvenuti a Torino e poi rivelatisi infondati, una nuova ondata di mitomani e truffatori ha contribuito ad alimentare la confusione sulla vicenda.
In seguito ad alcune e-mail in cui veniva comunicato a mamma Roberta il presunto suicidio di Alle, l’associazione Nostos, di cui il genitore è presidente, ha ritenuto doveroso intervenire per porre l’accento su due aspetti fondamentali.
Il primo è la richiesta della cessazione ufficiale di tali comportamenti, scorretti e dolorosi per i familiari del venticinquenne; il secondo riguarda la necessità di spiegare nel dettaglio come debbano essere coadiuvate le ricerche del giovane nel modo più etico e professionale possibile.
Tag24 ha intervistato in esclusiva Marc Di Maggio, vicepresidente dell’ente no profit, in qualità di portavoce e rete di supporto della famiglia Venturelli.
Si precisa che le informazioni riportate in questo articolo sulla scomparsa del giovane derivano da un confronto diretto tra Tag24 e il vice presidente di Nostos Italia.
«Per noi la priorità assoluta è, innanzitutto, la sicurezza emotiva e fisica di Alessandro» – spiega Di Maggio.
«Ritengo, con motivazioni solide, che Alle debba essere cercato senza pressioni né clamore di alcuna tipologia» – prosegue.
«Come molti sapranno, è scomparso da cinque anni: questo significa che devono essere rispettati il suo tempo, il suo vissuto e il suo carattere» – specifica.

«Alessandro deve sentirsi al sicuro, per il giorno in cui deciderà di tornare, e noi restiamo positivi: prima o poi accadrà» – continua Di Maggio.
«Abbastanza al sicuro da potersi avvicinare e farsi trovare. In questo contesto – seppur nella massima buona fede – le ricompense non sono indicate, nonostante possano rappresentare un gesto importante e di cuore».
«Offrire ingenti somme potrebbe attirare mitomani o persone interessate esclusivamente al denaro, con l’intento di truffare» – prosegue.
«Questo crea una potenziale confusione per Alessandro, e dobbiamo cercarlo nel rispetto totale della sua persona».
«La parte più importante di questo percorso e della nostra visione è in totale contrasto con molte delle proposte che circolano in rete: in cinque anni sono state dette tantissime cose, purtroppo» – continua il vicepresidente.
«Alessandro – qualora potesse leggere i nostri interventi – deve sapere che nessuno lo giudica per ciò che è accaduto».
«Il motore che spinge i genitori di Alle e tutti noi è l’affetto, l’amore, il desiderio che una famiglia possa ricongiungersi e tornare alla quotidianità».
«Alessandro, tu non sarai mai giudicato da nessuno di noi per ciò che è accaduto: noi parliamo al tuo cuore, non alla tua paura».
«Alessandro necessita di un approccio emozionale, di tatto, non investigativo: almeno sotto il nostro punto di vista» – prosegue.
«Non deve essere pressato: merita comprensione e di essere capito per le scelte che ha intrapreso nel tempo.»
«Io credo nella costanza dei miei messaggi: si deve continuare a cercarlo, a parlargli anche se non risponde, e a mandare segnali d’amore e presenza.»
«Ogni azione deve essere coerente con ciò che rappresenta Nostos, con ciò che abbiamo creato con questa organizzazione e la filosofia che segue.»
«Rispetto profondissimo della persona che si è allontanata e totale assenza di metodi coercitivi: Nostos non è una caccia, ma un luogo di pace dove poter ritornare.»