Chi vuol essere milionario? non è un semplice quiz, ma una vera e propria pietra miliare della televisione italiana. Il game show, condotto da Gerry Scotti fin dalla sua prima edizione nel 2000, ha plasmato il linguaggio comune, introducendo espressioni come "L’accendiamo?" o "Vuoi l’aiuto da casa?".
A distanza di un quarto di secolo dal suo esordio, il programma torna in prima serata su Canale 5 dal 7 dicembre con la formula inedita de Il Torneo, promettendo ancora più suspense e sfide ad alta adrenalina.
Come avviene per tutti i grandi game show con cifre importanti in palio, anche Chi vuol essere milionario – Il Torneo è registrato e non trasmesso in diretta. La natura complessa e rinnovata di questa edizione rende la registrazione una scelta logistica e produttiva quasi obbligata.
Il meccanismo a "Torneo" prevede la partecipazione di dieci concorrenti che si sfidano in una prima fase di qualificazione basata sulla velocità di risposta e, successivamente, tre scalate individuali al milione in una singola puntata.
Gestire un flusso di gioco così articolato e garantire la massima accuratezza delle risposte e dei calcoli del tempo richiede il controllo totale che solo la registrazione può assicurare. Lo stesso Gerry Scotti, volto storico del programma e detentore del record mondiale di conduzione del format, ha spesso fatto riferimento al lungo lavoro in studio.
A proposito dell'ultimo vincitore del milione, Enrico Remigio, Scotti ha ricordato come il concorrente avesse impiegato un’ora intera a ragionare sulla domanda finale. Un tempo di riflessione che in diretta sarebbe insostenibile e che, grazie alla registrazione, può essere gestito e trasmesso senza frustrare i concorrenti.
Non a caso, Scotti ha persino ipotizzato di introdurre in futuro un "monte-tempo" massimo per dare ai concorrenti lo spazio necessario per pensare, senza allungare eccessivamente la durata della puntata. La tensione, dunque, non è data dalla diretta, ma dalla famosa frase "È la sua risposta definitiva, l’accendiamo?".
Questa domanda, pur essendo percepita come ansiogena, è indispensabile: è il momento in cui i concorrenti devono bloccare la loro scelta, rendendola irrevocabile. Questo elemento di non ritorno, insieme al fatto che in questa edizione non è più possibile "accontentarsi" e andare a casa con i soldi, ma si è obbligati a continuare il gioco, è ciò che mantiene alta l'emozione per il pubblico.
La nuova edizione de Il Torneo nasce dal desiderio di Scotti di rendere il quiz "più adrenalinico e coinvolgente" e dall'ispirazione tratta direttamente dal mondo dello sport, come lo sci o la Formula 1, dove "è questione di millimetri e sangue freddo".
La vera rivoluzione sta nell'eliminare la possibilità di accontentarsi della vincita raggiunta. I concorrenti, infatti, non giocano solo per sé, ma in competizione con gli altri. La struttura è così congegnata:
Il meccanismo è a eliminazione progressiva e non consente di dormire sonni tranquilli. Se il concorrente successivo nella sfida arriva allo stesso livello di premio, ma ha tempi di reazione migliori, i soldi diventano suoi.
In pratica, non basta vincere, bisogna vincere nel modo più veloce possibile. Non esiste più l'opzione "Mi tengo i soldi e vado a casa", spingendo i partecipanti a rischiare il più possibile per non essere superati.