Le valutazioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) hanno rilevato un indebolimento della struttura di contenimento della centrale nucleare di Chernobyl. L’episodio riaccende le preoccupazioni internazionali sulla stabilità del sito e riporta l’attenzione sulla storia complessa del reattore e sulla delicata gestione della zona contaminata.
Lo scudo protettivo del reattore nucleare di Chernobyl, colpito da un drone nel febbraio 2025, non è più in grado di svolgere la sua principale funzione di sicurezza. Lo ha annunciato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), in seguito all'ispezione della struttura in acciaio effettuata la scorsa settimana.
L’AIEA ha dichiarato che l’ispezione della struttura di contenimento in acciaio ha rilevato che l’urto del drone ne ha compromesso l’integrità.
Il direttore generale dell'AIEA, Rafael Grossi, ha affermato che l’ispezione “ha confermato che la struttura protettiva aveva perso le sue funzioni di sicurezza primarie, tra cui la capacità di confinamento, ma ha anche riscontrato che non vi erano danni permanenti alle sue strutture portanti o ai sistemi di monitoraggio”.
Grossi ha spiegato che alcune riparazioni sono già state eseguite, ma ha sottolineato che un intervento completo è indispensabile per evitare nuovi deterioramenti e garantire la sicurezza nucleare nel lungo periodo.
Il 14 febbraio, l’ONU ha comunicato che, secondo le autorità ucraine, un drone dotato di una testata ad alto potenziale avrebbe colpito il sito, causando un incendio e danneggiando la copertura di protezione attorno al reattore quattro, già distrutto nel 1986. Kiev sostiene che il drone fosse di origine russa, mentre Mosca respinge ogni responsabilità.
In quel periodo, secondo le Nazioni Unite, i livelli di radiazioni sono rimasti stabili e nella norma e non è stata rilevata alcuna fuoriuscita radioattiva.
Il più grande impianto nucleare d’Europa, la centrale di Zaporizhzhia, è, invece, sotto il controllo russo dal marzo 2022.
L’esplosione di Chernobyl del 1986, avvenuta quando l’Ucraina era ancora sotto l’autorità sovietica, provocò la dispersione di radiazioni in una vasta porzione dell’Europa. Per tamponare l’emergenza, le autorità dell’epoca realizzarono un rivestimento di cemento sopra il reattore, progettato per resistere solo per 30 anni.
Successivamente fu costruita una nuova struttura di contenimento, costata 1,5 miliardi di euro, pensata per mantenere stabile l’area durante il lungo processo di smantellamento del vecchio involucro, dell’edificio del reattore in rovina sottostante e del materiale nucleare fuso. L’intero intervento è stato portato a termine nel 2019.
Chernobyl si trova in Ucraina, nell'oblast di Kiev, nel distretto di Vyshhorod, a circa 100 chilometri a nord della capitale. La centrale nucleare, nota per l'incidente del 1986, sorge accanto alla città di Pripyat, oggi disabitata, vicino al fiume Pryp"jat e a breve distanza dal confine con la Bielorussia. L'area è compresa nella Zona di esclusione di Chernobyl, che si estende per oltre 2.600 chilometri quadrati e il cui accesso è regolato a causa dei persistenti rischi radioattivi.