06 Dec, 2025 - 10:15

Tatuaggi: studio PNAS scopre che l’inchiostro migra nei linfonodi e può alterare la risposta ai vaccini

Tatuaggi: studio PNAS scopre che l’inchiostro migra nei linfonodi e può alterare la risposta ai vaccini

Uno studio pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) ha analizzato gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario, valutando in che modo i pigmenti utilizzati possano influenzare la risposta dell’organismo ai vaccini.

Da tempo una delle domande centrali riguarda il destino dell’inchiostro una volta iniettato nella pelle. Le evidenze scientifiche indicano che una parte dei pigmenti non rimane confinata nel derma, ma migra verso il sistema linfatico, accumulandosi nei linfonodi e contribuendo a uno stato di infiammazione persistente. Poiché il tatuaggio comporta l’introduzione permanente di sostanze estranee nell’organismo, questa condizione potrebbe teoricamente interferire con alcuni meccanismi immunitari, inclusi quelli coinvolti nella risposta vaccinale. Si tratta tuttavia di un ambito ancora in fase di studio.

Alla ricerca hanno collaborato ricercatrici e ricercatori dell’Università della Svizzera italiana, dell’Università di Berna, dell’Ospedale universitario di Regensburg, del Centro di Biologia dell’Accademia delle Scienze Ceca, dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, dell’Istituto Cantonale di Patologia di Locarno e della Hannover Medical School. Si tratta dello studio più ampio finora realizzato sugli effetti immunologici dei pigmenti per tatuaggi.

Tatuaggi e risposta immunitaria: cosa rivela lo studio sui pigmenti

Per analizzare il comportamento dei pigmenti per tatuaggi, i ricercatori hanno utilizzato modelli murini, concentrandosi sulle dimensioni delle particelle di inchiostro e sul loro destino biologico dopo l’iniezione nel derma. Lo studio rappresenta uno dei primi tentativi sistematici di osservare come queste particelle si distribuiscano nell’organismo nel tempo.

Come spiegano gli autori, citati dal Sole 24 Ore, "non erano mai state condotte ricerche mirate sui possibili effetti dei tatuaggi sulla risposta immunitaria". Questa lacuna ha reso necessario un approccio sperimentale approfondito.

 La nuova ricerca si inserisce in un filone di studi più ampio sugli effetti sistemici dei tatuaggi. Studi osservazionali recenti - tra cui una ricerca svedese pubblicata nel 2024 su The Lancet Regional Health – Europe e un’analisi danese apparsa nello stesso anno su BMC Public Health - hanno suggerito un’associazione tra tatuaggi, infiammazione cronica e un aumento del rischio di alcune patologie del sistema linfatico. Pur non dimostrando un rapporto di causa effetto, questi dati contribuiscono a spiegare il crescente interesse scientifico verso l’impatto immunologico dei pigmenti.

Nel modello sperimentale, una parte dell’inchiostro raggiunge rapidamente i linfonodi più vicini al sito del tatuaggio, dove tende ad accumularsi e a persistere per mesi. I pigmenti analizzati risultano insolubili e difficilmente degradabili e, una volta depositati nei linfonodi, possono interferire con le normali funzioni delle cellule immunitarie.

Accumulo nei linfonodi e infiammazione persistente

L’accumulo di pigmenti nei linfonodi offre una nuova prospettiva sui processi che coinvolgono i macrofagi, cellule del sistema immunitario incaricate di inglobare le particelle estranee. In particolare, la presenza prolungata dell’inchiostro è associata a:

  • morte cellulare dei macrofagi;

  • infiammazione locale e sistemica;

  • persistenza della risposta infiammatoria anche a distanza di oltre due mesi dal tatuaggio.

I dati indicano che questi processi possano contribuire allo sviluppo di uno stato di infiammazione cronica e a una disfunzione della risposta immunitaria, mantenendo attiva nel tempo la reazione ai pigmenti. Lo studio rappresenta quindi un contributo rilevante alla comprensione degli effetti immunologici associati alla presenza di pigmenti per tatuaggi nei linfonodi.

Effetti sulla risposta ai vaccini: ridotta per il Covid-19, potenziata per l’influenza

Uno degli aspetti più rilevanti dello studio riguarda il possibile impatto dei tatuaggi sulla risposta ai vaccini. Nei modelli murini con pelle tatuata, i ricercatori hanno osservato una modulazione differenziata della risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione.

In particolare:

  • la risposta anticorpale al vaccino anti-Covid-19 Pfizer/BioNTech risulta ridotta;

  • la risposta al vaccino antinfluenzale risulta invece potenziata.

Il risultato evidenzia come una stessa condizione infiammatoria persistente possa influenzare in modo diverso diversi tipi di risposta immunitaria, suggerendo che l’attivazione cronica del sistema immunitario non agisce in maniera uniforme ma dipende dal tipo di antigene.

Ad oggi, i meccanismi alla base di queste differenze non sono ancora completamente chiariti. Gli autori sottolineano quindi la necessità di ulteriori studi, in particolare sull’uomo, per comprendere il reale impatto dei tatuaggi sull’efficacia delle vaccinazioni e per evitare interpretazioni premature o allarmistiche.

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