05 Dec, 2025 - 13:55

Immigrato cannibale stacca il dito a una poliziotta ma non va in carcere, la rabbia di Feltri

Immigrato cannibale stacca il dito a una poliziotta ma non va in carcere, la rabbia di Feltri

Vittorio Feltri oggi, nella sua rubrica quotidiana sul Giornale, ha risposto a una lettera di un lettore che scrive di essere rimasto senza parole leggendo la notizia dell'assoluzione dell'immigrato gambiano di 25 anni che, durante un controllo a San Benedetto del Tronto, ha staccato con un morso il dito a una poliziotta.

Il tribunale lo ha dichiarato "incapace di intendere e di volere" e lo ha spedito per due anni in una Rems, vale a dire una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, naturalmente a spese nostre.

Allora è vero che in Italia chi delinque viene protetto e chi serve lo Stato viene perseguitato?

Feltri sul caso dell'immigrato gambiano cannibale

Il direttore Feltri, davanti al caso dell'immigrato gambiano che ha staccato con un morso il dito di una poliziotta, ha dato sfogo a tutta la sua frustrazione:

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Ormai l'Italia è diventata un Paese in cui si punisce chi difende la legge e si assolve chi la calpesta. Questa sentenza ne è l'ennesima, grottesca conferma

Feltri ha ripercorso ciò che è accaduto sottolineando che non si parla di una spinta, di una colluttazione, di un momento di panico:

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Parliamo di staccare un dito con i denti. Serve altro per capire che ci troviamo davanti a un soggetto pericoloso, violento, ostile allo Stato e alle sue regole?

La sentenza del tribunale secondo la quale il gambiano era incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha staccato il dito alla poliziotta, per Feltri, è sconcertante:

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È incredibile: gli immigrati stuprano? Non erano lucidi. Rapinano? Erano confusi. Accoltellano? Erano turbati. Massacrano? Erano traumatizzati. A quanto pare, l'unica categoria priva di libero arbitrio in Italia è quella dei delinquenti stranieri. Una trovata perfetta per assolverli in automatico. Un miracolo giudiziario che non riesce mai a un italiano

La conclusione cui è giunto Feltri, quindi, è che "quando l'ideologia contamina i tribunali, la giustizia muore".

L'accusa di Vittorio Feltri 

Quello di Vittorio Feltri è un vero e proprio j'accuse contro il sistema giudiziario italiano: E non solo:

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La poliziotta ha perso un dito. Ha subito un danno permanente. Una ferita che la accompagnerà per sempre. Ma si sa: chi porta la divisa non merita tutela. Al contrario, viene trattato come un intralcio, come un fastidio, come un bersaglio politico. E, mentre questo profugo si gusta il suo soggiorno in un albergo statale per due anni, a Milano, sette carabinieri vengono processati per aver fatto il loro mestiere. Uno rischia addirittura di finire sotto processo per omicidio stradale per un inseguimento finito male...

Per il direttore, un paradosso insopportabile:

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I criminali vengono protetti. Chi combatte il crimine viene perseguito

Il che costituisce un messaggio devastante:

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Non difendetevi, non difendete lo Stato, non difendete i cittadini. Se lo fate, vi processiamo

ha scritto Feltri. Il quale, in conclusione, si è chiesto chi vorrà indossare ancora una divisa:

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Stipendi miseri, turni infiniti, rischi quotidiani, insulti di piazza, campagne d'odio della sinistra, delegittimazione costante e in più ci si espone al pericolo di essere sbattuti alla sbarra per aver tentato di fermare un delinquente...

E allora, il gran finale è questo:

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Il profugo merita una sola cosa: il rimpatrio immediato. Perché sta ancora in casa nostra? Siccome viviamo in un'Italia che ha paura di difendersi, ci teniamo pure i cannibali... 
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