Sabato 14 dicembre 2025 sarà il giorno della verità per il Pd e per Elly Schlein. In quella data, infatti, è stata convocata l’Assemblea Nazionale del partito e all’ordine del giorno ci sarà – a meno di smentite dell’ultimo minuto - anche la modifica delle norme statutarie per l’indicazione del candidato premier.
Attualmente lo statuto prevede che il candidato premier emerga tramite primarie, ma la modifica proposta darebbe al segretario del PD il diritto automatico di essere candidato premier, senza primarie.
L’obiettivo è quello di blindare la leadership nel Pd e nel centrosinistra, ma quella iniziata dalla segretaria dem è una complessa partita a scacchi i cui esiti si fanno di ora in ora più incerti.
Il rischio di una scissione del partito è tutt’altro che remota, ma Schlein sembra disposta a giocarsi il tutto e per tutto per strappare il biglietto per la corsa per Palazzo Chigi.
La scelta del giorno dell’assemblea, d’altronde non è un caso, nelle stesse ore Giorgia Meloni salirà sul palco di Atreju per l’intervento conclusivo. Un duello a distanza – sfumato il faccia a faccia richiesto da Schlein – con cui la segretaria del Pd, vuole sottolineare il suo ruolo di anti-Meloni.
Elly Schlein ha deciso che è arrivato il momento di raccogliere i frutti del lavoro fatto negli ultimi due anni e di mettere a frutto le alleanze costruite, non senza fatica, navigando tra le correnti agitate del partito.
Il confronto che da tempo il gruppo dei riformisti (guidati da Delrio, Picierno, Guerini, etc) è stato trasformato dalla segretaria dem in una resa dei conti.
Con un tempismo calcolato al secondo, Schlein ha atteso la nascita del cosiddetto “correntone di Montepulciano”, che comprende tre quarti del partito, (Area Dem, Dems, Articolo 1 e lettiani) prima di proporre la modifica. L’Assemblea Nazionale sarà anche l’occasione per accogliere la corrente “Energia Popolare” di Stefano Bonaccini - orfano di un ampio pezzo di corrente, che ha seguito Lorenzo Guerini - rafforzando il sostegno alla sua causa.
Insomma, Elly Schlein ha posizionato bene le sue pedine prima di tentare lo scacco matto: spingere il partito a votare la modifica dello stato per l’indicazione automatica della segretaria quale candidato premier.
Elly Schlein vuole prendersi il Pd e la leadership del centrosinistra definitivamente, ma sa di dover fare i conti con quella parte di partito che non la vuole alla guida della coalizione che si scontrerà con Giorgia Meloni nel 2027. Sono i cosiddetti “riformisti” di Prato, i “Ferrovieri dem” guidati da Pina Picierno, Graziano del Rio e Lorenzo Guerini, che non hanno preso bene il tentativo della segretaria di cancellare con colpo di spugna le primarie interne per la scelta del candidato premier.
“Lo trovo inverosimile”. Avrebbe commentato Guerini dopo aver appreso le intenzioni di Schlein.
Il rischio più concreto è quello di una dolorosa scissione del partito. In tal caso i ‘dissidenti’ potrebbero formare un nuovo movimento indipendente dal Pd, ma che si collocherebbe comunque all’interno della coalizione di centrosinistra.
Un movimento che avrebbe anche già una candidata, la sindaca di Genova Silvia Salis. La prima cittadina ligure potrebbe essere appoggiata anche alla Casa Riformista di Matteo Renzi ed è in ascesa nei sondaggi di gradimento. Un’avversaria temibile in caso di primarie di coalizione.
Anche eliminando le primarie interne, Schlein dovrà comunque affrontare le primarie di coalizione tra alleati, con Giuseppe Conte determinato a non lasciare la scelta del candidato solo al PD.
Elly Schlein, tuttavia, non sembra curarsene, anzi sta costruendo un’immagine mediatica come anti-Meloni.
La scelta della data dell’assemblea Pd, coincide con il convegno Atreju dove parla Giorgia Meloni, creando un duello politico a distanza.
Una leadership che sembra le venga riconosciuta anche da un’ampia parte dell’opinione pubblica, tanto che il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, ha organizzato un confronto TV (in due giorni diversi) solo tra lei e Giorgia Meloni.
Schlein è intervenuta giovedì 4 dicembre, mentre la presidente del Consiglio lo farà stasera, giovedì 5 dicembre.