04 Dec, 2025 - 14:40

Caso Mogherini, la raccomandazione di Stefano Zurlo: "Non fatevi arrestare in Belgio"

Caso Mogherini, la raccomandazione di Stefano Zurlo: "Non fatevi arrestare in Belgio"

Dal Pd solo flebili parole di solidarietà e incoraggiamento. In ogni caso, nessuna proveniente dalla segreteria Schlein. Dal Giornale di oggi, invece, un atto di comprensione e una pacca sulle spalle, seppur simbolica.

Stiamo parlando del caso Mogherini, l'ex ministra degli Esteri italiana nonché Alto rappresentante della politica estera Ue finita alla sbarra a Bruxelles per un presunto caso di corruzione, e dell'ambasciatore Stefano Sannino che, tra l'altro, dopo lo scoppio della tempesta mediatica sul caso, ha scelto di dimettersi.

A dar loro conforto, oggi, ci ha pensato Stefano Zurlo, raccontando ai lettori del Giornale come funziona (o meglio, non funziona) la giustizia belga.

Caso Mogherini, interviene Stefano Zurlo: "In Belgio meglio non farsi arrestare..."

Cosa ha scritto l'editorialista del Giornale che la dice davvero lunga sulla situazione che devono affrontare Federica Mogherini, Stefano Sannino e, con loro, il funzionario Cesare Zagretti?

In pratica che, a livello di giustizia, in Italia siamo messi molto meglio rispetto al Belgio. E questo è già tutto dire.

Se da noi, infatti, in attesa della separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, grazie alla riforma Vassalli, già nel 1989 dal sistema inquisitorio siamo passati a un nuovo codice di procedura penale che mette sullo stesso piano accusa e difesa, in Belgio la procedura è rimasta quella accusatoria.

Insomma, qui da noi il sistema si sforza di riconoscere i cittadini innocenti fino a prova contraria. In Belgio, invece, non è proprio così:

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In Italia siamo messi male, ma in Belgio è pure peggio. La figura chiave è quella del giudice istruttore. Siamo all'inquisitorio al quadrato. Si può essere sentiti anche senza difensore. E l'altra sera Mogherini e Sannino sono stati ascoltati, con l'aiuto dei loro legali, da alcuni poliziotti, non dai magistrati

ha sottolineato Zurlo.

L'accusa di Stefano Zurlo: "C'è da stropicciarsi gli occhi"

Per Stefano Zurlo, a proposito di giustizia belga, "c'è da stropicciarsi gli occhi":

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I legali, almeno nella fase iniziale che però può andare avanti a lungo, non hanno modo di leggere le carte. E in qualche modo difendono alla cieca...

Ma perché per il caso Mogherini di mezzo c'è la giustizia belga?

L'indagine sull'ex ministra e Sannino è dell'Eppo, la procura europea istituita nel 2021.

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Ma l'Eppo, come gran parte degli apparati della Ue, è stato costruito in modo contorto e confuso. Dunque, si deve appoggiare alla magistratura locale

ha spiegato Zurlo. Ed è per questo che a Bruxelles si cade dalla padella alla brace:

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In più di un caso sarebbero da arrestare le indagini più che i presunti colpevoli, spesso innocenti

ha fatto presente Zurlo

Il precedente del Qatargate

L'editorialista del Giornale, poi, non poteva non ricordare il precedente assai poco edificante per la giustizia belga che pure ha coinvolto pesantemente esponenti politici italiani: il caso del Qatargate:

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Dopo tre anni d'indagine, la sua conclusione è ancora lontana, siamo in alto mare. Del resto, in Belgio, le indagini possono andare avanti ad oltranza. E giusto ieri Bruxelles ha dato il primo sì alla revoca dell'immunità per l'eurodeputata Alessandra Moretti, mentre ha risposto picche per Elisabetta Gualmini

Eppure, sempre Zurlo ha ricordato che tre parlamentari europei, Andrea Cozzolino ("scaricato alla velocità della luce dal Pd), Marc Tarabella e Eva Kaili, "hanno avuto la carriera distrutta da un'indagine che non è ancora approdata ad alcuna conclusione..." 

Insomma: "zero garanzie ma la faccia feroce con gli indagati". Tanto che la parlamentare coinvolta, ha rimarcato Zurlo, Kaili, fu portata in cella, tenuta chiusa per due giorni con la luce sempre accesa, al freddo e senza avere né una coperta in più né degli assorbenti. E, in più, fu tenuta separata dalla sua bambina di due anni e mezzo.

"Paiono sistemi ottocenteschi - ha concluso Zurlo - ma così funzionano le cose nel cuore dell'Europa". 

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