Uccisero un cittadino indiano, senza fissa dimora, per "testare un'arma": la vittima, Nardev Singh, aveva trovato rifugio in un rudere alla periferia di Bari. Il Tribunale per i Minorenni ha emesso una sentenza pesante contro due ragazzi baresi, all'epoca 17enni, con l'accusa di omicidio volontario in concorso.
Il processo è stato celebrato con rito abbreviato. Un ragazzo di 22 anni, il terzo componente del gruppo, è invece a processo dinanzi alla corte D'Assise di Bari.
L'omicidio del cittadino indiano risale a maggio 2024. I due imputati sono stati entrambi condannati a 17 anni di reclusione per omicidio. La richiesta iniziale della Procura, coordinata dal procuratore aggiunto Ciro Angellillis e dal pubblico ministero Matteo Soave, era di 20 anni.
È stata esclusa la premeditazione, ma riconosciuti i reati di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco oltre alla ricettazione. I ragazzi sono detenuti nell'istituto penale Fornelli di Bari.
L'udienza per il 22enne è fissata al 9 dicembre 2025.
La sera del 31 maggio 2024 i due minorenni, insieme al 22enne, si recarono in un capannone abbandonato a Ceglie del Campo, periferia di Bari.
Nardev Singh, che viveva nel rudere insieme ad alcuni connazionali, fu raggiunto da due colpi di pistola, di cui uno fatale al petto.
La Squadra Mobile di Bari ricostruì i fatti con precisione, identificando anche tre maggiorenni indagati a piede libero per favoreggiamento personale nella fuga post-delitto.
Il movente è stato definito "assurdo e feroce" dagli inquirenti. Secondo l'accusa, infatti, i tre ragazzi spararono al 38enne per verificare la potenza dell'arma appena acquistata a 250 euro, usandola contro un "bersaglio umano".
Prima di colpire Singh, la pistola era stata usata contro alcuni oggetti.