Stefano Sannino, il diplomatico attuale direttore generale della Commissione europea per il Medio Oriente, Nord Africa e il Golfo Persico, è stato fermato il 2 dicembre 2025 dalla polizia giudiziaria belga insieme a Federica Mogherini e a un responsabile del Collegio d'Europa, Cesare Zegretti.
L'operazione, condotta dalla Procura europea (Eppo) in collaborazione con l'Olaf, riguarda presunte irregolarità in un appalto per fondi Ue destinato a un programma di formazione per futuri diplomatici europei.
Tutti e tre sono stati interrogati e rilasciati nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, non essendo considerati a rischio fuga, ma l'inchiesta prosegue con accuse di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Nato il 24 dicembre 1959 a Portici, vicino Napoli, Sannino si laurea in Scienze politiche all'Università Federico II e entra nel servizio diplomatico italiano nel 1986.
Inizia la carriera come vice-capo missione a Belgrado (1994-1996), poi capo di gabinetto al Ministero del Commercio con Piero Fassino ed Enrico Letta (1998-2001), e capo missione OSCE in Jugoslavia (2001-2002).
Dal 2002 approda alla Commissione europea come consigliere nel gabinetto di Romano Prodi, scalando tutti i ruoli chiave: diviene prima direttore per la gestione delle crisi (2004-2006), poi direttore per l'America Latina (2008-2009), quindi, vicedirettore e poi ancora direttore generale per l'allargamento Ue (2010-2013).
Nominato Rappresentante permanente d'Italia a Bruxelles da Enrico Letta, diventa ambasciatore in Spagna (2016-2020), dove si impegna per i diritti Lgbt ricevendo premi come Transexualia e Lgbt Andalucía.
Stefano Sannino, proprio in Spagna, ha incontrato l'amore. Si è legato tramite un'unione civile con il catalano Santiago Mondragon Vial dopo che suscitò parecchie polemiche la sua decisione di esporre la bandiera arcobaleno fuori l'ambasciata italiana a Madrid in occasione di un Gay Pride.
La sua carriera, in ogni caso, non si è mai arrestata. Dal 2021 al 2025 è stato segretario generale del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) sotto Josep Borrell.
È passato a ricoprire il ruolo attuale nel febbraio di quest'anno. Ma Sannino è delle figure più autorevoli e apprezzate al vertice della burocrazia Ue.
L'indagine in cui è finito Stefano Sannino è partita nel 2021-2022 e verte su un appalto del Seae e del Collegio d'Europa di Bruges per un programma formativo di nove mesi dell'Accademia diplomatica Ue, finanziato con fondi europei.
La Procura belga sospetta favoritismi: violazione dell'articolo 169 del Regolamento finanziario Ue sulla concorrenza leale, con possibili fughe di informazioni riservate a uno dei partecipanti alla gara.
Sannino, ex segretario generale Seae, è accusato nello specifico di aver condiviso dati sensibili favorendo il Collegio d'Europa, insieme a Mogherini (ex Alta rappresentante Ue) e Zegretti.
La Commissione ha revocato l'immunità su richiesta Eppo, ma precisa che i fatti risalgono alla legislatura Borrell e le accuse, naturalmente, sono tutte da provare.