03 Dec, 2025 - 12:01

Greenwich Village: l’eleganza delle piccole cose nel racconto illustrato di Antonio Lapone

Greenwich Village: l’eleganza delle piccole cose nel racconto illustrato di Antonio Lapone

C’è un fascino discreto, un sottile guizzo di colore, in Greenwich Village di Antonio Lapone, edito da IF Edizioni - e dovete immaginarlo come un racconto dalla delicatezza gentile, come una melodia sommessa tra righe e vignette, che sa di nostalgia e sguardo attento.

Un quartiere come palcoscenico

Il libro ci trasporta nella Primavera del 1960, a Greenwich Village, nel cuore pulsante di una New York ancora tutta da sognare. Due vicini di casa - Norman Oaks e Bebe Newman - diventano protagonisti di una convivenza improbabile eppure piena di vita. Li conosciamo appena: lui, tranquillo e riservato; lei, hostess di volo, vivace e imprevedibile.

Due anime opposte, due rapporti con il mondo agli antipodi, con i quali Lapone - insieme a Gihef (sceneggiatore) - costruisce un racconto di coincidenze, umorismo, sguardi freschi e incontri inattesi. 

È un Greenwich Village che non cerca la retorica del ghetto bohémien, né la mitizzazione nostalgica del passato: è un quartiere vivo, fatto di scale in legno, rumori di passi, jazz che filtra da un club, di contrasti e di risate - insomma, un quartiere vissuto, abitato, respirato.

Una linea chiara, un gusto retrò: lo stile di Lapone

Lapone è un artista che viene da lontano: la sua carriera è radicata nella tradizione del fumetto d’autore franco-belga. In Greenwich Village questa eredità si legge in ogni inquadratura: le vignette sono eleganti, precise, misurate.

I colori - o il bianco e nero, a seconda della pagina - hanno il sapore di "anni Sessanta", con quel leggero filtro di nostalgia che ti fa sentire i tacchi, i capelli acconciati, le macchine per le strade.

Eppure, non c’è freddezza. C’è calore: nei gesti, nei silenzi, in quella pausa tra due battute che sa di attesa. Lapone usa la "linea chiara" per raccontare affetti, sigarette dopo cena, riflessi di lampioni sull’asfalto - e lo fa con la leggerezza di chi non drammatizza, ma osserva. Osserva e lascia che la semplice quotidianità diventi racconto.

Amore, ironia, differenze - una piccola commedia umana

Il contrasto tra Norman e Bebe non è solo un espediente narrativo: è il cuore emotivo del libro. Da una parte la calma, la riservatezza, la routine. Dall’altra la giovinezza errabonda, l’irrequietezza, il desiderio di volare - letteralmente e metaforicamente.

Così, fianco a fianco,  nasce una comicità delicata, fatta di piccoli equivoci e grandi affinità. E nella New York degli anni '60, che già nei film e nelle fotografie era un sogno di strade illuminate e speranze sospese, la storia assume un ritmo quasi musicale: ironico, malinconico, tenero. La graphic novel abbraccia temi di differenze - caratteriali, di stile di vita, di desideri - e li rende convivere con grazia, senza scuotere, senza drammi.

In fondo, è una piccola commedia umana: due sconosciuti che si osservano, cercano un equilibrio, si attraggono e si respingono, scoprono che, a volte, basta essere diversi per stare bene insieme.

Perché leggerlo - e perché regalarlo

Perché Greenwich Village è un omaggio all’arte del quotidiano: quelle cose comuni che diventano speciali solo nel momento in cui qualcuno sceglie di raccontarle.

Perché lo stile grafico di Lapone è un piccolo capolavoro di misura ed eleganza - perfetto per chi ama un fumetto che fa respirare nostalgia, semplicità, poesia.

Perché è una storia d’amore… con la vita, con la libertà, con il caso - una storia capace di far sorridere e sospirare insieme.

Da leggere assolutamente se desiderate scoprire una felicità fatta di colpi di scena, ma soprattutto se volete comprendere a pieno un concetto essenziale, ovvero la bellezza  - quella vera e necessaria  -  risiede nel cuore delle piccole cose.

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