A due giorni dall'inaugurazione di "Più libri più liberi", la Fiera nazionale della piccola e media editoria in programma alla Nuvola dell'Eur, a Roma, dal 4 all'8 dicembre 2025, scoppia la polemica per la presenza della casa editrice "Passaggio al Bosco", nota per pubblicazioni legate all'estrema destra.
Oltre 80 autori, intellettuali ed editori hanno sottoscritto una lettera aperta all'Associazione Italiana Editori (Aie), chiedendo l'esclusione dello stand accusato di esaltare figure del nazifascismo.
Ma è giusta la loro iniziativa? O è un caso di censura?
La lettera, diffusa ieri, descrive il catalogo di "Passaggio al Bosco" come un "progetto apologetico" che celebra autori come Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen-SS, descritto dall'editore come "impareggiabile contributo alla formazione dell'élite militante", e Corneliu Zelea Codreanu, leader della Guardia di Ferro rumena.
I firmatari, tra cui Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare e Anna Foa, contestano la compatibilità con l'articolo 24 del regolamento Aie, che impone l'adesione ai valori della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
L'appello solleva interrogativi sull'opportunità di ospitare tali contenuti in una kermesse dedicata alla cultura democratica, evocando precedenti come il caso Donatella Di Cesare ed Emanuele Fiano, che già a fine novembre avevano chiesto l'esclusione.
La lista degli intellettuali che si è schierata contro la presenza della casa editrice di estrema destra "Passaggio al Bosco" supera gli 80 nomi e include intellettuali come Carlo Ginzburg, Christian Raimo, Caparezza, Tomaso Montanari, Domenico Starnone e case editrici come Minimum Fax, Fandango Libri e Bao Publishing; tra i primi promotori Emanuele Fiano e l'assessora alla Cultura di Roma Massimo Smeriglio, che ha definito l'invito "inopportuno".
Sui social, uno dei loro paladini è lo scrittore Lorenzo Tosa
A favore della presenza anche di "Passaggio al Bosco" alla fiera. invece, si sono schierati, tra gli altri, l'Aie, che l'ha messa così:
l'editore Marco Scatarzi, che difende la sua presenza con queste parole:
e il giornalista - scrittore Pierluigi Battista. Sul suo profilo Facebook, si legge:
Chi ha ragione?