Il pubblico di Rai 1 si prepara ad accogliere una nuova fiction: "L'altro ispettore". Uno show che porta direttamente in prima serata il tema della sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche, con episodi che ci trascinano sulle scene di un giallo corale ambientato a Lucca.
Prodotta da Rai Fiction e Anele, diretta da Paola Randi, la serie andrà in onda in prima serata per tre appuntamenti, il 2, 3 e 9 dicembre 2025, e sarà disponibile, come sempre, anche su RaiPlay.
Il protagonista è Domenico “Mimmo” Dodaro, ispettore del lavoro interpretato da Alessio Vassallo, affiancato da Cesare Bocci nel ruolo di Alessandro e da Francesca Inaudi nei panni della pm Raffaella Pacini, ex compagna di liceo con cui condivide la sete di verità e giustizia.
Nel cast figurano inoltre Angelica Tuccini (la figlia Mimì), Silvia Mazzieri, Rosanna Gentili, Matilde Bernardi, Massimiliano Galligani, Barbara Enrichi e altri interpreti che si muoveranno tra fabbriche, uffici e tribunali. Ma i fatti raccontati nella fiction sono quelli di una storia realmente accaduta?
La domanda sorge spontanea, considerando l'ambientazione e i temi di una realtà che possiamo considerare attuale e verosimile: “L’altro ispettore è una storia vera?”
La risposta è che la fiction non racconta in modo documentaristico la biografia di una singola persona, ma nasce dai romanzi di Pasquale Sgrò, ex ispettore del lavoro che ha raccontato nei libri la sua esperienza diretta nei cantieri e nelle aziende italiane.
Il personaggio di Mimmo Dodaro condivide con l’autore il mestiere, la città di Lucca e il contatto quotidiano con incidenti sul lavoro, ma rimane una figura romanzata, costruita seguendo le caratteristiche tipiche del linguaggio seriale della prima serata targata Rai.
Ogni episodio è “liberamente ispirato” a casi realmente accaduti, dalle morti in fabbrica agli infortuni nei cantieri, rielaborati in chiave di thriller investigativo per unire intrattenimento e denuncia sociale.
La stampa viene, ad esempio, citata tra le fonti di ispirazione per alcuni casi, ma la sceneggiatura modifica nomi, contesti e dinamiche per proteggere le persone coinvolte e per adattare le storie ai tempi e ai meccanismi narrativi della fiction.
In questo senso, “L’altro ispettore” può essere definita una serie del reale, più che una descrizione di fatti accaduti.

Immagine tratta dal traile de "L'altro ispettore"
In ogni puntata viene proposto un nuovo caso legato al tema della sicurezza sul lavoro – dal cantiere edile alla fabbrica tessile.
Si mantiene, tuttavia, un filo narrativo orizzontale che segue l’evoluzione del protagonista, il rapporto con sua figlia e la comunità lucchese che ruota attorno a lui.
La fiction è a metà, quindi, tra il romanzo e la denuncia di un tema purtroppo sempre attuale. E usa l’indagine per indagare sulle colpe penali e su quelle morali di una società che spesso considera gli incidenti “fatalità o sfortuna”, mentre Mimmo e la sua squadra cercano di restituire dignità alle vittime e alle loro famiglie.
Ecco il trailer della serie: