Sbagliato discutere solo di Var, in generale. E in particolare del corto circuito che ha reso ridicolo l'epilogo di Milan-Lazio. Sbagliato, ma è accaduto. Finora abbiamo parlato solo dell'arbitro Collu e del Var Di Paolo: non è normale. Non è giusto. Eppure è successo. E succederà ancora, purtroppo. Perché ormai va così: si arbitra più a Lissone (sede del Var) che a San Siro (sede del calcio).
Con malcelata smania di protagonismo non richiesto, il Var ama intervenire. A volte fa bene. Altre volte (molte), no. Così la storia più chiacchierata del week end finisce con l'arbitro di turno costretto ad inventarsi qualcosa che non è esistito (fallo di Marusic su Pavlovic) per giustificare un rigore inesistente (gomito non punibile del milanista). Due errori per arrivare a una decisione giusta.
Giusto riprendere a parlare di calcio. Meglio se guardando la classifica, che ogni settimana offre verdetti nuovi. Che poi non sono mai verdetti definitivi. Prendete il Napoli, per esempio. Quella di Roma poteva essere la partita del cambio della guardia, il passaggio di consegne, il testimone scudetto, e così via.
Tutto sembrava apparecchiato per celebrare la Roma che scuciva in diretta tv, in prime-time domenicale, lo scudetto dal petto del Napoli. Invece, nulla di tutto ciò. Il "nuovo" Gasperini ha dovuto applaudire il "vecchio" Conte. Lo ha fatto dall'alto: sia per la postazione in tribuna causa squalifica, sia per il primato (ex) in classifica. Dalla tribuna è sceso poi in sala stampa per protestare sull'arbitraggio.
Dal primo posto è sceso al secondo. Comunque, la favola della Roma potrebbe continuare. Ma quattro sconfitte in così poche giornate (13) sono troppe. Peraltro sono le stesse dell'Inter, con cui i giallorossi dividono il secondo posto. Solo che Chivu ha ritrovato Lautaro, che con la doppietta al Pisa e sei reti totali ha messo già in riga gli avventori occasionali della classifica marcatori. Comanda chi fa gol. Quindi alla Roma non comanda nessuno, ed è per questo che i giallorossi sembrano inferiori ai nerazzurri.
In realtà, chi segna non sempre gioca. E quindi, meglio farlo giocare. È questa l'evidenza del Napoli, tornato ad alto livello quando Conte è stato "costretto" a (ri)dare fiducia a Neres. In coppia con l'altro dimenticato, Noa Lang, il brasiliano ha ricordato che già l'anno scorso aveva salvato il tecnico dalla situazione più scabrosa: la sostituzione di Kvara. Ecco. Si è ripetuto. Applausi a Neres. E anche a tutto il Napoli, tornato compatto e convinto grazie alla difesa a 3 (più due difensori sulle fasce: Di Lorenzo e Olivera).
La difesa come un trampolino per attaccare. È questa l'immagine che dà il Milan di Allegri. Mentre i critici dei social non guardano nulla se non illusorie visualizzazioni, i rossoneri giocano un secondo tempo di ottima qualità. Il gol di Leao arriva con azione velocizzata da quattro passaggi di prima. L'avesse fatto una squadra di Guardiola, sarebbe finita nei titoli dei telegiornali. L'ha fatto il Milan ed è stato solo "corto muso". Ma anche qui, come per il Var, è sbagliato discutere. Non serve a nulla. Chi non ha capito niente fino ad ora, volete che inizi proprio adesso?