In un pomeriggio invernale come tanti, per una coppia di coniugi facoltosi si concretizza l’incubo di ogni genitore: il loro unico figlio Milo (Duke McCloud), di soli cinque anni, viene improvvisamente rapito. Quello che in un primo momento sembra essere un atto senza spiegazioni plausibili, in realtà si scoprirà nascere da un raccapricciante segreto mai confessato.
Nel 2022 è stato pubblicato All Her Fault, il quarto romanzo della scrittrice irlandese Andrea Mara, mai tradotto in Italia. La storia, seppur non realmente accaduta, nasce da un avvenimento vissuto dalla scrittrice in prima persona nel 2015.
Il soggetto è stato ripreso da Megan Gallagher per la sceneggiatura dell’omonima miniserie thriller, distribuita negli Stati Uniti sulla piattaforma di streaming Peacock, a partire dal 6 novembre 2025, e in Italia su Sky Atlantic, dal 23 novembre scorso. Suddivisa in otto episodi, le prime quattro puntate sono state dirette dalla regista Minkie Spiro, anche produttrice esecutiva della serie, e le altre quattro dalla cineasta Kate Dennis. Dramma godibile e ben confezionato, con un buon livello registico e di suspense, non gode tuttavia di particolare originalità.
E allora cos’è che funziona così tanto e che cattura lo spettatore? Il solleticare le coscienze, toccando alcuni tasti dolenti per l’attuale opinione pubblica, inducendo a discutere a proposito di argomenti a lungo dibattuti di recente. La storia affronta implicitamente gli schemi patriarcali nel rapporto madre-figlio e padre-figlio, ma soprattutto la condivisione delle responsabilità genitoriali all’interno delle relazioni di coppia e l’impostazione dei ruoli in base al genere, anch’essi preposti dal patriarcato.
Due dei personaggi principali, interpretati da Sarah Snook, la mamma del bambino rapito, e Dakota Fanning, madre di un compagno d’asilo di Milo, facendo fronte comune e stringendo un bellissimo legame d’amicizia, incarnano la splendida rappresentazione della solidarietà femminile, a discapito delle malignità e delle maldicenze che troppo spesso le donne sono obbligate a subire. Ho trovato però il quinto episodio un po’ troppo melodrammatico e sopra le righe, al punto da sembrare una puntata della telenovela Beautiful. Per il resto, ottime le prove attoriali di tutto il cast. 3,6 stelle su 5.