30 Nov, 2025 - 11:22

Travaglio in trincea per Putin: racconta la favola dei tre porcellini alla corte di Zelensky

Travaglio in trincea per Putin: racconta la favola dei tre porcellini alla corte di Zelensky

Ieri, come la stragrande maggioranza dei quotidiani italiani, il Fatto Quotidiano non è andato in edicola per lo sciopero dei giornalisti.

Oggi, quindi, Marco Travaglio doveva recuperare.

Penna tra i denti, subito è tornato in trincea al servizio di Putin ripetendo nel suo editoriale domenicale, per filo e per segno, tutta la propaganda del Cremlino sui casi di corruzione che, essendo una democrazia, in Ucraina sono venuti fuori.

Così, il direttore ormai noto sui social come l'Emilio Fede di Putin, riciccia la favola dei tre porcellini alla corte di Zelensky.

Come a dire: a Kiev c'è un regime corrotto da abbattere. Mentre a Mosca sono tutte rose e fiori.

Travaglio contro la cricca dei porcellini alla corte di Zelensky

E quindi: come ci delizia Marco Travagliov questa domenica?

Con un editoriale che significativamente ha intitolato "Tre porcellini più uno". E già, perché anche Zelensky è un porco.

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Nella tangentopoli ucraina che decapita, testa dopo testa, la cricca di Zelensky, stupisce solo lo stupore

inizia a mitragliare Travaglio: lui, come al solito, già sapeva tutto da tempo. Dal 2021, per la precisione, a seguito di un'inchiesta giornalistica.

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Bastava leggere l'inchiesta internazionale Pandora Papers per sapere che il presidente plebiscitato nel 2019 proprio perché prometteva lotta dura alla corruzione (oltre alla pace con Putin) è al vertice di una piramide corrotta...

Per Travaglio, Zelensky è un porcellino perché non ha tenuto fede ai suoi proclami elettorali: il sistema democratico ucraino non ha fatto emergere i casi di corruzione. E in più Kiev ha mosso guerra a Mosca. Lo sappiamo tutti, no?

Se Vannacci pensasse a una seconda edizione de "Il mondo al contario", potrebbe scriverla a quattro mani con l'Emilio Fede di Putin.

I porcellini di Zelensky

Ma chi sono i porcellini della cricca di Zelensky che Travaglio oggi racconta nella sua favola? 

Il primo sarebbe quello che definisce "padrino" di Zelensky, l'oligarca Ihor Kolomoyskyi, "re dei metalli , banchiere, presidente del Dniprio calcio, terzo uomo più ricco d'Ucraina, finanziatore di bande paramilitari nere, proprietario della tv 1+1 che lanciò Zelensky prima di finire ricercato per aver svaligiato la sua stessa banca, fuggire in Israele, tornare in patria e venire arrestato per riciclaggio..."

Gli altri due porcellini sono Mindich e Shefir, i soci con i quali Zelensky nel 2003 ha fondato la casa di produzione Kvartal:

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Posseggono con lui e la moglie di Zelensky, Olena, quattro società offshore e conti correnti in paradisi fiscali. Degli affari legali di Kvartal si occupa l'amico avvocato e produttore Yermak. Shefir si fa diverse case a Londra. Zelensky compra per 3,8 milioni una villa a Forte dei Marmi, intestata a una società italiana controllata da un cipriota. Ma per le elezioni si scorda di dichiararla...

E insomma: a Kiev è tutto un magna magna secondo il tribunale di Mosca e quello di Travaglio. Un monnezzaio dove sguazzano porci contro cui vale la pena tornare subito in trincea.  

 

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