29 Nov, 2025 - 10:56

Tutta colpa di Bagni: il gesto che ruppe il gemellaggio tra Roma e Napoli, correva la stagione 1987/88

Tutta colpa di Bagni: il gesto che ruppe il gemellaggio tra Roma e Napoli, correva la stagione 1987/88

Il 25 ottobre 1987 non fu una semplice partita di calcio. Quella data rimane impressa come la fine del più romantico gemellaggio del panorama calcistico italiano: Roma e Napoli, unite da un legame tra tifoserie unico nel Paese, si trasformarono in nemiche giurate. E a dare il colpo di grazia fu un gesto che oggi è storia.

Il giorno della rottura: Roma–Napoli 1-1 che cambiò tutto

All’Olimpico si vive una battaglia sportiva. La Roma passa in vantaggio grazie a Roberto Pruzzo a inizio ripresa. Il Napoli però non molla e, nonostante l’inferiorità numerica per le espulsioni di Careca e Renica, trova il pareggio con Giovanni Francini.
A quel punto l’atmosfera esplode: sette ammonizioni, tensioni sul campo e un clima infernale fino a fine partita.

Ed è lì che arriva l’episodio diventato leggenda: Salvatore Bagni, in preda all’euforia per il pareggio, si gira verso la Curva Sud e mostra il celebre gesto dell’ombrello. Il pubblico romanista insorge e da quel momento il rapporto si spezza in modo irreversibile.

L’ombra lunga degli antefatti: il gemellaggio era già in crisi

La rottura non nasce solo da quel gesto. Già nella stagione 1986/87 le prime crepe erano evidenti:

  • il Napoli di Maradona vola verso lo scudetto;
  • da parte di una fascia della Curva Sud arrivano cori contro il Pibe de Oro;
  • competizione e ambizione calcistica finiscono per minare la storica alleanza.

Secondo l’attore romano Massimo Bonetti, tifoso giallorosso presente allo stadio, il clima prima del match era già tossico: scontri verbali e aggressioni agli ultras napoletani nel settore ospiti avevano acceso la miccia prima ancora che Bagni intervenisse.
Il gemellaggio, nato negli anni ’80 come simbolo dell’orgoglio del Sud unito contro il Nord, era ormai in agonia.

Gli effetti a lungo termine: da festa a rivalità feroce

Da quel momento il cosiddetto “Derby del Sole” smette di essere una celebrazione sportiva e diventa una delle rivalità più incandescenti del calcio italiano. Negli anni successivi gli episodi di violenza si moltiplicano fino a culminare in tragici fatti, tra cui la morte di Ciro Esposito.

Il gesto di Bagni resta ancora oggi simbolo di quella frattura, ma sempre più voci concordano: non fu l’unica causa, bensì la scintilla finale di una tensione già esplosiva.

Un ricordo che continua a dividere

A quasi quarant’anni di distanza, i tifosi continuano a discutere: chi accusa Bagni, chi la Curva Sud, chi la pressione scudetto e l’agonismo spinto. Una cosa però non è mai cambiata: da quel 25 ottobre 1987, Roma–Napoli non è più una festa. È rivalità allo stato puro.

Le parole di Bagni nel 2022: “Mi scappò il braccio, ero in preda allo stress”

A distanza di decenni, Salvatore Bagni è tornato sull’episodio in un’intervista del 2022 al Corriere dello Sport, mostrando ancora una volta rammarico per quel gesto che cambiò la storia del tifo italiano. L’ex centrocampista ha spiegato come l’episodio fu il risultato di un accumulo di tensione, pressione e adrenalina:

virgolette
Sbagliai io, come può farlo un calciatore che è in preda allo stress. Ho chiesto scusa ogni volta che mi viene ricordato e lo faccio ancora. Andò come si sa, mi scappò il braccio, diciamo così, e venne fuori il gesto inopportuno.

Parole che raccontano un uomo consapevole dell’impatto di quell’istante di rabbia, conscio di aver acceso una miccia già pronta ad esplodere. Per Bagni il pentimento è sempre stato reale, ma la storia del calcio — e delle tifoserie — non ha concesso un ritorno indietro.

 

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