29 Nov, 2025 - 11:30

"Dreams": il brutale dramma di Michel Franco

"Dreams": il brutale dramma di Michel Franco

In un’abitazione di San Francisco dall’arredamento algido c’è un letto matrimoniale sul quale si sta consumando una passione così viscerale che pare quasi che i due amanti stiano condividendo avidamente un pasto, nutrendosi l’uno dell’altra come due cannibali. Sull’esile corpo dalle carni nivee di lei poggia il fisico imponente e vigoroso di lui, in una maniera al contempo dolce e sfrenata. Diversi come il giorno e la notte, al di là delle dissonanze culturali e sociali, quando la pelle chiarissima dell’una si incolla a quella ambrata dell’altro sembra che un bellissimo dipinto rinascimentale prenda vita.

Fernando (Isaac Hernández) e Jennifer (Jessica Chastain) sono una coppia che sulla carta appare scandalosa e sbagliata: lui, messicano ballerino classico e squattrinato, molto più giovane di lei, filantropa facoltosa, nata e cresciuta con il privilegio di possedere la cittadinanza statunitense. Eppure, a vederli insieme, sono talmente perfetti che pare quasi siano stati disegnati a matita. Si sono incontrati a Città del Messico, dove Jennifer ha voluto a tutti i costi creare una scuola di danza per aiutare i ballerini economicamente svantaggiati della popolazione locale. 

Ma, dopo aver passato sei mesi insieme, Fernando era ormai stanco e insofferente nel dover subire il continuo andare e venire di lei dagli Stati Uniti. Deciso a raggiungerla e a tentare di ottenere successo come danzatore, nei giorni precedenti al consumarsi di quell’amplesso febbricitante, Fernando ha affrontato un lungo e pericoloso viaggio clandestino per superare il confine messicano e introdursi illegalmente sul suolo californiano. Però, in quegli atti d’amore febbrile, è racchiusa tutta l’intensità e la follia di un rapporto nato fra due persone all’apparenza rette, ma che nascondono un lato di profonda tossicità.

Questo è l’incipit forte e penetrante di Dreams, il nuovo lungometraggio scritto e diretto dal pluripremiato cineasta messicano Michel Franco che, a distanza di due anni da Memory (2023), ritorna sul grande schermo, nuovamente insieme all’attrice Jessica Chastain. L’idea della sceneggiatura è nata proprio durante le riprese di Memory, ma se in un primo momento i ruoli principali dovevano essere invertiti, ovvero un uomo statunitense e una donna messicana, l’incontro casuale del regista con il ballerino professionista Isaac Hernández ha sconvolto i piani, solleticando la fantasia di Franco quel tanto che basta a ridefinire l’intero soggetto, con il desiderio anche di introdurre il tema della danza; in modo da coinvolgere lo stesso Hernández come coprotagonista della storia. 

La rappresentazione di un immigrato clandestino che, oltre al desiderio di raggiungere la propria amata, è in cerca di una rivendicazione artistica, ha creato il giusto contesto per sviluppare un’aspra critica nei confronti del cosiddetto sogno americano e della società perbenista dei facoltosi filantropi, impegnati nella beneficenza. Il personaggio di Jennifer, interpretato da Jessica Chastain, è la perfetta ricostruzione di una donna medio-borghese, che sembra costantemente pervasa da sentimenti di generosità e cordoglio verso le categorie più sfortunate, ma che in realtà nasconde un’ombra che oscura il suo animo dalla gentilezza di facciata. Sì, perché se Jennifer pare disgustata e infastidita dal razzismo classista del fratello, è pur sempre la stessa che si vergogna a dichiarare in pubblico di avere una relazione sentimentale con un cittadino irregolare, molto più giovane di lei. 

Quella che poteva sembrare la nascita di un grande amore, in verità non è altro che un atto predatorio da parte di una donna matura, dall’esistenza agiata, che sviluppa un’ossessione nei confronti di un ragazzo, non così pronto né capace di misurarsi all’interno di una relazione adulta. Aggiungiamoci pure la posizione di dominio e potere che può sfruttare una persona economicamente privilegiata su qualcuno che cerca la propria occasione di rivalsa nei riguardi di un’esistenza ingrata, oltre che la pianificazione di una carriera futura in un’età sensibile come quella che va dai 20 ai 30 anni. Lo sviluppo narrativo renderà via via cristallina l’indole di Jennifer e, per quanto Fernando commetterà un errore imperdonabile, non si potrà non calcolarla come valore determinante nel risultato dell’equazione. 

Alla base dei rapporti tossici ci sono sempre due personalità codipendenti, ma per ragioni ben diverse: da un lato il manipolatore affettivo, che esercita controllo sfruttando le debolezze e i bisogni dell’altro, scelto proprio perché in qualche modo fragile, e dall’altro la vittima, che spesso finisce col prendere parte al balletto di soprusi e angherie, perché ormai preda di un raggiro psicologico. Quel che è certo è che nessuna delle due personalità finisce in un legame malsano per caso, ma anzi sono entrambe il combustibile che alimenta la fiamma. Sovente però ci si dimentica che, abusando della psiche di un soggetto debole, si va a solleticare e stuzzicare giusto quelle problematiche che lo portano tutte le volte a legarsi a individui abusanti, generando un inferno di conflitti interiori.

Gli ultimi dieci minuti di Dreams sono un crescendo di violenza e odio, ma sono anche pieni di atteggiamenti immaturi e infantili di qualcuno che per troppo tempo è stato coinvolto in un abuso psichico. Non fraintendetemi, non giustificherei mai una violenza sessuale, ma in tutta coscienza possiamo davvero continuare a sottovalutare il peso delle violenze psicologiche e la responsabilità di chi le perpetra a lungo nei riguardi di qualcuno? Sempre straordinaria Jessica Chastain e notevole la prima prova attoriale di Hernández in un ruolo protagonista. Per Dreams, 4 stelle su 5.

 

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