28 Nov, 2025 - 16:54

Manovra 2026: la stretta su banche, ISEE e affitti brevi, ecco dove il governo trova il miliardo

Manovra 2026: la stretta su banche, ISEE e affitti brevi, ecco dove il governo trova il miliardo

Stretta sulle banche, correttivi all’ISEE, interventi sugli affitti brevi e altre misure mirate: la Manovra 2026 prende forma attraverso un insieme di provvedimenti che preannunciano un nuovo ciclo di sacrifici per gli italiani. Da mesi il governo analizza l’andamento delle coperture finanziarie per il prossimo biennio, valutando quali leve fiscali attivare per mantenere gli equilibri dei conti pubblici e preservare la stabilità economica.

Le proposte sostenute dalla maggioranza puntano a reperire circa un miliardo di euro, una dote che sarà costruita attraverso una serie di ritocchi e rimodulazioni che colpiranno settori chiave: dai grandi istituti di credito fino alle tasche dei piccoli proprietari immobiliari. Un mosaico di micro-interventi che, messi insieme, delineano la strategia di bilancio del governo per il 2026, cercando di bilanciare esigenze finanziarie e consenso politico.

IRAP banche, ISEE e affitti brevi: ecco cosa prevede la Manovra 2026

Chi si aspettava un labirinto di norme potrebbe restare sorpreso: nella Manovra 2026 il primo intervento - e forse il più incisivo - riguarda il settore finanziario, in particolare l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) applicata alle grandi banche.

La misura punta a rimodulare l’aliquota per gli istituti di credito di maggiori dimensioni, sfruttando le possibilità offerte dalla Legge Costituzionale n. 3 del 2001 (la riforma del Titolo V) e dalla Delega Fiscale in fase di attuazione, che consente al Governo di intervenire con maggiore flessibilità sulla fiscalità regionale.

La ratio dell’intervento è trasparente: garantire liquidità immediata alle casse dello Stato attraverso un prelievo straordinario su un settore ritenuto in grado di sostenere un contributo maggiore, alla luce degli ampi margini di profitto registrati nell’ultimo biennio.

Si tratta di un passaggio strategico nella costruzione della Manovra, poiché l’aumento dell’IRAP sulle banche rappresenta una delle principali voci da cui il governo intende ricavare risorse aggiuntive per chiudere il bilancio 2026 senza scostamenti, mantenendo al contempo un quadro di sostenibilità complessiva.

Le novità per i cittadini: affitti brevi e variazioni ISEE

Due interventi particolarmente vicini alla vita quotidiana dei cittadini riguardano i correttivi all’ISEE e i ritocchi agli affitti brevi. La Manovra 2026, infatti, non concentra l’attenzione solo sulle grandi realtà economiche, ma introduce una serie di modifiche che avranno un impatto diretto sulle famiglie e sui piccoli proprietari.

Nel settore immobiliare l’attenzione è rivolta soprattutto agli affitti brevi, spesso gestiti tramite piattaforme digitali come Airbnb. L’obiettivo del governo è quello di regolamentare in modo più stringente la Cedolare Secca, l’imposta sostitutiva dell’IRPEF sui redditi da locazione introdotta dal D.Lgs. n. 23/2011.

La revisione - che segue l'indirizzo già emerso nel dibattito politico - punta ad aumentare l’aliquota in modo selettivo, sopratutto per chi affitta tramite intermediari e piattaforme online, e chi gestisce più unità immobiliari, a scopo commerciale. La logica è quella di  contrastare fenomeni speculativi e favorire il ritorno di un maggior numero di immobili nel mercato degli affitti a lungo termine. Una misura non risolutiva, ma parte di un tentativo più ampio di riequilibrare l’offerta abitativa nelle grandi città, oggi particolarmente sotto pressione.

L’ISEE torna invece al centro del dibattito dopo le modifiche introdotte nell’ultimo anno, come l’esclusione dei titoli di Stato, dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio dal calcolo dell’indicatore. La novità per il 2026 riguarda una più ampia revisione dei parametri di calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, disciplinato dal D.P.C.M. n. 159/2013.

Gli aggiornamenti  attualmente allo studio - e riportati nelle prime bozze tecniche - puntano a rivedere la valorizzazione di alcune componenti patrimoniali e finanziarie, così da rendere l’indicatore più aderente alla reale capacità economica delle famiglie. L’intenzione è quella di restringere l’accesso ai benefici per quei nuclei che, pur non mostrando redditi elevati, dispongono comunque di patrimoni significativi, garantendo una distribuzione più selettiva delle risorse pubbliche. 

Resta ora da capire come queste misure verranno recepite dai cittadini e quali effetti produrranno sull’equilibrio economico del prossimo anno.

 

 

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