Praga non è soltanto una delle capitali più affascinanti d’Europa: per molti studenti è una seconda casa. Attratti da un costo della vita accessibile, università in crescita e un tessuto culturale vibrante, sempre più giovani la scelgono come meta per studiare, lavorare o semplicemente vivere un periodo formativo lontano dall’Italia. Io stessa la considero la mia “seconda città”, un luogo che ogni volta che ci torno riesce a sorprendermi e rassicurarmi allo stesso tempo.
Passeggiare a Praga significa camminare in una città stratificata. Il Ponte Carlo alle prime ore del mattino sembra quasi una scena teatrale, mentre il Castello domina dall’alto come un osservatore silenzioso. Ma accanto alla storia c’è una spinta moderna fortissima: coworking pieni di studenti, caffetterie minimaliste, startup tech che crescono nell’area di Karlin e Holešovice, oggi quartieri simbolo della nuova Praga.
La Repubblica Ceca ospita istituzioni accademiche di altissimo livello, come la Charles University e la Czech Technical University, che attirano ogni anno migliaia di studenti stranieri. Ma quello che colpisce davvero è l’ambiente: meritocratico, internazionale e sorprendentemente accessibile. L’inglese è molto diffuso nei giovani, e sentirsi accolti è più facile di quanto si immagini.
A Praga la vita universitaria non si esaurisce nelle aule. Festival culturali, musei gratuiti in alcuni giorni del mese, teatri con biglietti a prezzi bassissimi e una scena musicale vivissima fanno della città un laboratorio culturale continuo. La cultura ceca è fatta di gentilezza silenziosa, ironia sottile, grande rispetto per la libertà individuale ed un amore profondo per l’arte e la lettura. Non è raro trovare studenti leggendo Milan Kundera o Bohumil Hrabal nei mezzi pubblici, o intere librerie aperte fino a tardi.
Il bello? È tutto a misura di studente. Dalla birra a prezzi ancora ragionevoli (e di qualità), ai trasporti pubblici super efficienti, fino ai parchi dove studiare nelle giornate primaverili. La maggior parte delle guide parla della Città Vecchia, del Castello e del Ponte Carlo.
In Repubblica Ceca la birra è un pezzo di identità nazionale, non solo un drink economico. È convivialità, tradizione, artigianato. Gli studenti italiani rimangono spesso affascinati dal modo in cui i cechi la servono e la rispettano: la schiuma perfetta, il bicchiere ghiacciato, la degustazione lenta. E poi c’è l’esperienza dei pub storici, quelli dove si entra per bere “una sola” e si finisce per parlare fino a notte fonda con sconosciuti diventati amici.
C’è un momento in cui capisci che Praga non è più solo “una città”, ma un posto tuo: quando inizi ad avere i tuoi rituali. Il caffè in quella microtorrefazione dietro il Národní divadlo, il tram 22 preso al volo, il silenzio magico del quartiere di Malá Strana dopo il tramonto. Per me è la città dove ho imparato a perdermi per ritrovarmi. E credo che chiunque ci viva per un po’ finisca per sentire lo stesso.
Non è solo questione di bellezza o convenienza economica. Praga ha un equilibrio unico: abbastanza grande da offrirti tutto, abbastanza intima da non farti sentire anonimo. Chi la scopre durante l’università ci torna perché lascia un’impronta gentile ma profonda: quella di una città che non ti chiede nulla ma ti dà tanto. Una società che funziona senza rumore.
La Repubblica Ceca è uno di quei luoghi dove le cose semplicemente funzionano. I tram passano in orario, i servizi pubblici sono efficienti, la burocrazia è sorprendentemente semplice e la vita quotidiana scorre senza stress. Per uno studente, questo significa meno ostacoli e più tempo per concentrarsi su ciò che conta davvero: studiare, esplorare, crescere.
A cura di Matilde Fastella