Dopo poche settimane di detenzione, Nicolas Sarkozy potrà lasciare il carcere, ma rimarrà sotto stretta sorveglianza giudiziaria fino al processo d’appello previsto per marzo 2026. Il caso ha portato nuovamente all’attenzione pubblica il funzionamento del sistema giudiziario e le modalità con cui vengono trattate figure politiche di rilievo.
La Corte d'Appello di Parigi ha concesso, il 10 novembre 2025, la scarcerazione anticipata dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, condannato a cinque anni di carcere per associazione a delinquere a seguito di un finanziamento illecito alla sua campagna elettorale del 2007.
I legali di Sarkozy avevano prontamente presentato una richiesta di rilascio. La scarcerazione anticipata dell’ex presidente 70enne era attesa, in linea con un approccio che privilegia misure meno restrittive per i detenuti anziani.
Dopo circa tre settimane di detenzione nel carcere parigino di La Santé, Sarkozy potrà lasciare la prigione. L'ex presidente francese sarà sottoposto ad una sorveglianza giudiziaria e avrà il divieto di lasciare il paese fino al processo d’appello che si terrà nei prossimi mesi.
L'ex presidente, 70enne, ha affermato che la sua detenzione "è dura. È molto dura, lo è sicuramente per qualsiasi detenuto; direi addirittura che è estenuante".
Il processo d'appello si terrà nel marzo 2026.
Durante la sua carcerazione, si è verificato un episodio controverso. A fine ottobre, Nicolas Sarkozy ha ricevuto la visita del ministro della Giustizia francese, Gerald Darmanin, suscitando critiche soprattutto tra i magistrati. Il procuratore capo, Remy Heitz, ha rilasciato una rara dichiarazione pubblica definendo l’incontro un “rischio di ostacolare il procedimento” e di “minare l’indipendenza dei magistrati” in vista del processo d’appello.
A Sarkozy sarà inoltre vietato contattare sia gli altri imputati nel caso libico sia il ministro Darmanin.
La scarcerazione anticipata di Nicolas Sarkozy ha scatenato, inoltre, un’ondata di rabbia e sospetto tra chi ormai non crede più in un sistema giudiziario equo. Per molti, questa decisione è la prova lampante che in Francia, come altrove, mentre i cittadini comuni affrontano pene severe e detenzioni dure, figure come Sarkozy godono di favori, trattamenti privilegiati e attenuanti che alimentano la sensazione di ingiustizia sociale.
Sarkozy era stato condannato, il 25 settembre, a cinque anni di reclusione per un caso di associazione a delinquere relativo al presunto tentativo di ottenere finanziamenti illegali per la sua campagna elettorale del 2007 attraverso canali libici.
Il tribunale penale di Parigi ha stabilito che Sarkozy aveva autorizzato i suoi collaboratori a rivolgersi alla Libia di Muammar Gheddafi per procurarsi fondi illeciti destinati alla campagna elettorale.
L’ex presidente ha sempre respinto le accuse, affermando di non ammettere nulla che non corrisponda alla realtà.
Entrato in carcere il 21 ottobre, durante la detenzione Sarkozy è stato posto in isolamento in una cella di sicurezza, sotto stretta protezione giudiziaria.
La detenzione di Nicolas Sarkozy costituisce un evento eccezionale nella storia francese contemporanea, in quanto è il primo ex presidente incarcerato dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La detenzione di Sarkozy rappresenta un evento senza precedenti anche nell’Unione Europea, dove nessun ex capo di stato era mai finito in carcere.