04 Nov, 2025 - 13:19

Mantenere una seconda casa costa: ecco quali spese in più devi affrontare

Mantenere una seconda casa costa: ecco quali spese in più devi affrontare

Se mantenere una prima casa costa, il budget per la seconda è decisamente superiore. Spesso, non si riescono a pagare i tributi, le tasse e tutte quelle piccole o grandi spese attorno a interventi di ristrutturazione o risanamento.

Come se non bastasse, il Fisco non lascia pena ai proprietari di seconda casa, con tassazioni che, in alcuni casi, arrivano alle stelle. Il mattone se, da una parte, porta benefici, dall’altra comporta esborsi non sempre sostenibili. 

Questo articolo può essere considerato come una sorta di guida pratica che potrebbe aiutare a capire quali sono tutte le spese da affrontare quando si possiede o si abbia intenzione di acquistare una seconda casa.

Quali tasse si pagano sulla seconda casa

È bello avere una seconda casa vicino al mare o in un piccolo borgo montano, dove fuggire qualche fine settimana o trascorrervi le vacanze estive.

Tutto questo, però, ha costi fissi e, spesso, difficilmente sostenibili. Quando si compra una seconda casa si devono considerare una serie di conseguenze, positive ma anche dolorose da un punto di vista finanziario.

Intanto, non può di certo beneficiare di quelle relazioni previste per l’acquisto della prima casa. Proprio per questo, scattano le imposte catastali e ipotecarie di 50 euro ciascuna. L’imposta di registro, invece, può rivelarsi anche più pesante perché ammonta al 9% del valore catastale. Se queste sono solo spese iniziali, si devono mettere in conto quelle fisse: i tributi e le tasse come l’Imu.

Quest’ultima, ad esempio, sulla seconda casa si paga sempre. L’aliquota varia da Comune a Comune e il cui valore può andare dall’8,6 al 10,5 per mille della rendita catastale.

Tra prima e seconda casa: come cambiano le spese

Come abbiamo appena visto, ci sono profonde differenze tra prima e seconda casa, ma anche un salasso in più per i proprietari. Ci sono alcune spese, infatti, che si dovranno pagare doppiamente.

Tra le tante, si devono anche considerare le eventuali spese di ristrutturazione o gli sporadici interventi che, di tanto in tanto, bussano alle porte: rotture, guasti.

Parliamo, ad esempio, del bonus ristrutturazione 2025. Come sappiamo è stato prorogato, nella misura del 50% per l’abitazione principale.

Per le seconde case, il bonus è stato anche prorogato, ma con un’aliquota inferiore. Chi intendesse approfittarne deve accontentarsi del 36%.

Pertanto, qualsiasi intervento sulla seconda casa non solo deve essere considerato doppio, ma anche più oneroso rispetto agli interventi agevolati sulla prima abitazione.

Sulle seconde case è stato possibile eseguire lavori di ristrutturazione molto agevolati, tuttavia, è stato obbligatorio l’aggiornamento delle rendite catastali. Un adempimento che, di conseguenza, ha comportato un aumento per i proprietari dell’Imu da versare annualmente.

Per concludere, prima di pensare di acquistare un secondo immobile, è bene farsi due conti, valutare i pro e i contro e sapere a cosa si va incontro.

Mantenere una seconda casa costa: ecco perché in sintesi

  • Acquisto e imposte iniziali: comprare una seconda casa comporta spese iniziali più alte rispetto alla prima abitazione: non si possono applicare le agevolazioni “prima casa” e si devono versare l’imposta di registro al 9% del valore catastale, oltre a imposte ipotecarie e catastali da 50 euro ciascuna;
  • Tassazione e costi fissi: la seconda casa è soggetta a tributi costanti, tra cui l’Imu, sempre dovuta, con aliquote che variano dall’8,6 al 10,5 per mille della rendita catastale. A queste si sommano le spese di manutenzione, utenze e contributi locali, che rendono il mantenimento spesso oneroso;
  • Ristrutturazioni e agevolazioni ridotte: gli interventi di ristrutturazione o risanamento su una seconda casa pesano di più sul bilancio familiare: il bonus ristrutturazione 2025 è stato prorogato ma con una detrazione inferiore, pari al 36% rispetto al 50% previsto per la prima casa. Inoltre, l’aggiornamento delle rendite catastali dopo i lavori può far aumentare ulteriormente l’Imu.
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