La Nigeria torna al centro della scena internazionale dopo le minacce di Donald Trump, che ha evocato un possibile intervento militare contro i terroristi islamici accusando il paese dell'Africa occidentale di non proteggere i cristiani.
"Se il governo nigeriano continua a permettere l'uccisione di cristiani, gli Stati Uniti interromperanno immediatamente tutti gli aiuti e l'assistenza alla Nigeria, e potrebbero benissimo entrare in quel paese, ormai caduto in disgrazia, 'a tutto spiano', per annientare completamente i terroristi islamici che stanno commettendo queste orribili atrocità. Con la presente, ordino al nostro Dipartimento della Guerra di prepararsi a un'eventuale azione. Se attaccheremo, sarà rapido, feroce e dolce, proprio come i delinquenti terroristi attaccano i nostri AMATI cristiani!” ha affermato il presidente americano Donald Trump in un post su Truth Social, accendendo i riflettori sulla Nigeria.
"The United States cannot stand by while such atrocities are happening in Nigeria, and numerous other Countries. We stand ready, willing, and able to save our Great Christian population around the World!" - PRESIDENT DONALD J. TRUMP pic.twitter.com/jvWcJmUPJ7
— The White House (@WhiteHouse) October 31, 2025
La minaccia di Trump è stata pronunciata dopo che gli Stati Uniti hanno inserito la Nigeria nell'elenco dei paesi di particolare preoccupazione, una designazione rivolta a quei governi che, secondo Washington, non stanno contrastando adeguatamente le violazioni della libertà religiosa. Tra i paesi inclusi nell'elenco dei "paesi preoccupanti" ci sono anche Corea del Nord, Russia, Myanmar, Iran, Pakistan e Cina.
La minaccia di Trump al paese dell'Africa occidentale, con una popolazione di 220 milioni di divisa quasi equamente tra cristiani e musulmani, non è stata accolta positivamente dalla leadership nigeriana.
In risposta alle parole di Trump, il presidente nigeriano, Bola Ahmed Tinubu, ha replicato su X, affermando che definire il suo paese come intollerante dal punto di vista religioso "non riflette la nostra realtà nazionale, né tiene conto degli sforzi costanti e sinceri del governo per salvaguardare la libertà di religione e di credo per tutti i nigeriani."
Nigeria stands firmly as a democracy governed by constitutional guarantees of religious liberty.
— Bola Ahmed Tinubu (@officialABAT) November 1, 2025
Since 2023, our administration has maintained an open and active engagement with Christian and Muslim leaders alike and continues to address security challenges which affect… pic.twitter.com/mRb9IqKMFm
Boko Haram, il gruppo jihadista attivo dall'inizio degli anni 2000, è responsabile di una lunga serie di attacchi terroristici e violenze che hanno causato migliaia di morti e sfollati nel paese più popoloso dell’Africa.
Boko Haram e i suoi affiliati jihadisti hanno intensificato gli attacchi dal 2009 principalmente nelle regioni a maggioranza musulmana del nord-est e nella zona del Lago Ciad. Tuttavia gli attacchi hanno avuto un effetto devastante anche per le comunità cristiane.
Il gruppo saltuariamente è collegato con ISWAP (Stato Islamico Provincia dell'Africa Occidentale), che agisce con tattiche simili e un controllo territoriale in alcune zone.
All'inizio del 2025, Boko Haram è tornato a manifestarsi nella zona del Lago Ciad, situata nell'Africa centro-occidentale al confine di quattro paesi: Nigeria, Niger, Ciad e Camerun.
Secondo quanto riportato dai media, nel mese di maggio e settembre 2025, gli attacchi di Boko Haram in diversi villaggi nello stato di Borno hanno causato decine di morti.
Boko Haram continua a rappresentare una delle maggiori minacce per la sicurezza e la stabilità nel paese, con un impatto devastante sulla popolazione civile.
Inoltre, la rivalità tra Boko Haram e l'ISWAP, insieme ai continui scontri con l'esercito nigeriano, crea una situazione di estrema pericolosità per la popolazione civile. Questo conflitto multiplo non solo provoca vittime innocenti, ma aumenta anche l'insicurezza nelle zone colpite, costringendo molte persone a fuggire dalle proprie case ea vivere sotto costante minaccia. La complessità delle dinamiche rende la protezione dei civili ancora più difficile e urgente.