Nel cuore di Taipei ci sono tre donne, appartenenti a tre generazioni diverse, che tentano di sopravvivere senza l’aiuto di nessuno. Shu-Fen (Janel Tsai), l’adulta, che è separata, lavora in un mercato notturno servendo pietanze tipiche taiwanesi e ha due figlie, I-Ann (Shih-Yuan Ma), adolescente in cerca di emancipazione, e I-Jing (Nina Ye), la più piccola, ancora bambina, ma con la mente vispa e attenta come se avesse già capito che il mondo non regala nulla a nessuno. Tutte e tre vivono in un piccolo appartamento cittadino cercando di rivendicare ciascuna la propria personalità all’interno di un microcosmo femminile. Tra Shu-Fen e I-Ann c’è una forte tensione celata da un’apparente cordialità, ma è come se entrambe portassero sul capo un vaso troppo pieno d’acqua, che al minimo sobbalzo rischia di traboccare. I-Jing, seppur così piccina, sembra custodire nel cuore un macigno opprimente, al quale però, per via della sua giovane età, non è capace di dare un senso o dei contorni definiti. In quel gineceo c’è un segreto nascosto, ma che forse è più esposto di quel che sembra.
Left-Handed Girl (La mia famiglia a Taipei), esordio alla regia per Shih-Ching Tsou, è un film che dal primo minuto ti prende per mano con delicatezza, senza strafare, e ti porta con sé all’interno di questa storia tanto comune quanto toccante. La sceneggiatura, scritta dalla regista insieme a Sean Baker, è parzialmente ispirata all’infanzia di Shih-Ching Tsou, peraltro mancina lei stessa proprio come la piccola I-Jing. Le riprese sono state realizzate utilizzando un iPhone per conferire al film un aspetto più realistico possibile e per rappresentare al meglio le realtà urbane e la vita familiare all’interno degli appartamenti di Taipei.
Il più grande pregio di questa pellicola è la capacità di catturarti senza nemmeno che tu te ne accorga: esattamente come farebbe un ragno per acciuffare una preda, Left-Handed Girl ti distrae per tre quarti del tempo con un realismo soffice, per poi schiaffeggiarti e ferirti a morte giusto sul finale. L’ho trovato dolce e commovente, soprattutto da donna mancina, cresciuta senza padre, sola con mia madre e mia sorella, e avendo anch’io da sempre un’indole caratteriale forte, ben distinta e ribelle. Al di là delle culture e delle distanze geografiche, spesso in molti viviamo vite simili condividendo gli stessi dolori.
Il film è stato presentato in anteprima al 78° Festival di Cannes, dove ha vinto il Gan Foundation Award for Distribution, e alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, dove è stato premiato come miglior film nella sezione Progressive Cinema. In Italia verrà distribuito nelle sale a partire dal 22 dicembre 2025. 3,7 stelle su 5.