Con le detrazioni spese scolastiche 2025, le famiglie possono alleggerire concretamente il carico fiscale legato all’istruzione dei figli, grazie a nuovi limiti più favorevoli e a una platea di spese detraibili più ampia. La legge di bilancio ha rafforzato uno degli strumenti più utilizzati dai contribuenti, introducendo un aumento del tetto detraibile per studenti fino alla scuola superiore e confermando numerose agevolazioni già in vigore.
Ma quali sono le spese effettivamente ammesse alla detrazione? Come cambia il beneficio per chi ha ricevuto rimborsi aziendali o ha richiesto altri bonus? A quali condizioni è possibile inserire questi importi nella dichiarazione dei redditi 2026?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi interrogativi, vi lasciamo alla visione del video YouTube di Commercialista Allievi sull'argomento.
Una delle principali novità introdotte per l’anno fiscale 2025 è l’incremento del tetto massimo detraibile per le spese scolastiche sostenute da ciascun contribuente per i figli a carico. In particolare, per la frequenza di scuole dell’infanzia, scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado - sia statali che paritarie - il limite di spesa ammesso alla detrazione IRPEF del 19% passa da 800 a 1.000 euro per alunno.
Tradotto in termini di beneficio effettivo, il contribuente potrà portare in detrazione fino a 190 euro per figlio, con un vantaggio fiscale aumentato di 38 euro rispetto all’anno precedente.
È importante sottolineare che la detrazione potrà essere inserita nella dichiarazione dei redditi del 2026, ma si applica alle spese effettivamente sostenute nel 2025. Nessuna variazione, invece, per le altre soglie previste per le seguenti voci:
Le famiglie devono sostenere costi riconosciuti come detraibili e pagati con strumenti tracciabili (carte, bonifici, PagoPA) per ottenere il riconoscimento delle detrazioni delle spese scolastiche sostenute nel 2025. L’elenco aggiornato delle spese ammesse comprende:
È inoltre confermata la possibilità di detrarre le spese per trasporto scolastico, anche se gestito da enti o aziende private, a condizione che il pagamento sia documentabile. Tale detrazione può essere sommata a quella per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale.
Non sono invece ammesse al beneficio fiscale le spese per:
Un trattamento specifico è previsto per le famiglie con figli con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). In questi casi, è detraibile il 19% della spesa sostenuta per l’acquisto di strumenti compensativi o software didattici, senza alcun tetto massimo.
Infine, per gli studenti iscritti a licei musicali o conservatori, è attivo un credito d’imposta del 65% sull’acquisto di strumenti musicali nuovi, entro un tetto massimo di 2.500 euro.
Molte aziende prevedono, tra i benefit aziendali, il rimborso parziale o totale delle spese sostenute per l’istruzione dei figli. In questi casi, è fondamentale ricordare che la detrazione fiscale non è cumulabile con la parte di spesa già rimborsata. Il contribuente potrà inserire in dichiarazione solo l’importo effettivamente rimasto a suo carico.
Esempio pratico:
Un dirigente scolastico ha sostenuto nel 2025 una spesa di 1.200 euro per l’iscrizione e la frequenza dei due figli a una scuola secondaria superiore. L’azienda ha rimborsato 700 euro attraverso il piano welfare. In sede di dichiarazione dei redditi 2026, potrà indicare 500 euro come spesa detraibile, ottenendo un beneficio fiscale pari a 95 euro (19% di 500).
Un caso a parte riguarda gli asili nido. In questo ambito, la spesa può essere detratta solo se non si è richiesto il bonus asilo nido dell’INPS, misura alternativa e incompatibile con la detrazione IRPEF. Se si ricevono rimborsi parziali dal datore di lavoro, la quota non rimborsata può essere indicata in dichiarazione entro il limite dei 632 euro, purché non sia stata già coperta dal bonus.
Esempio:
Una dipendente ha sostenuto 2.800 euro di retta per l’asilo nido privato del figlio. L’azienda ha rimborsato 900 euro. Non ha richiesto il bonus nido. Potrà indicare in dichiarazione i 1.900 euro residui, ma la detrazione sarà comunque calcolata sul limite massimo di 632 euro, con un risparmio di circa 120 euro.