Si è sciolta nel giro di qualche mese l'alleanza tra il presidente degli Usa, Donald Trump, e il miliardario Elon Musk. Dopo i primi sette mesi alla Casa Bianca del tycoon, adesso Musk ha deciso di staccarsi e fondare un proprio partito che possa diventare un terzo movimento politico capace di mettere i bastoni tra le ruote dei Repubblicani e dei Democratici.
A Trump sembra non importare, del resto i terzi partiti nella storia degli Stati Uniti non sono mai stati realmente brillanti, però il caso di Musk è abbastanza diverso: il miliardario è stato importante per il ritorno del tycoon newyorkese alla Casa Bianca.
E la politica internazionale da che parte starà? Le cancellerie europee ovviamente cercheranno di mantenere un buon rapporto con il presidente degli Usa anche per timore dei dazi, ma il passo indietro di Musk nell'appoggio a Trump segna una svolta importante nei rapporti. In Italia, il miliardario di origine sudafricana era stimato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal segretario della Lega e vicepremier, Matteo Salvini.
La politica italiana non ha commentato questo divorzio ma è chiaro che bisognerà adottare una strategia di vicinanza alla Casa Bianca, pur cercando di mantenere i rapporti con Elon Musk soprattutto dopo l'approvazione del ddl Spazio.
Una svolta imprevedibile che mette tutti in difficoltà. Dopo mesi di diatribe neanche troppo sottobanco, Elon Musk e Donald Trump "ufficializzano" il loro litigio: il tycoon cerca di colpire la Tesla, azienda nelle mani di Musk, con il Big Beautiful Bill, mentre il miliardario annuncia la creazione di un terzo partito. Da alleati a rivali politici, il tutto nel giro di pochi mesi di presidenza degli Stati Uniti.
Le cancellerie europee erano ormai abituate al rapporto positivo tra Trump e Musk e ora sarà necessario scegliere da che parte stare. Per Meloni i dubbi sono pochi: è necessario mantenere un rapporto privilegiato con il presidente statunitense.
Sembra quasi che Musk sia scomparso dai discorsi di Fratelli d'Italia e della Lega. In passato si è parlato tanto di accordi con Starlink e, circa un mese fa, è entrato in vigore il ddl Spazio che permette un'apertura dei nostri cieli a SpaceX, azienda di Musk che si occupa di ridurre i costi per l'accesso allo spazio. Silenzio anche da parte del vicepremier Matteo Salvini che si astiene quasi dal commentare la vicenda.
Il segretario della Lega ha sempre elogiato il duo capace di riportare i Repubblicani alla Casa Bianca ma non fa neanche segreto della stima che ha per il presidente degli Usa, Donald Trump. Appoggiare Musk potrebbe farlo sfigurare agli occhi del tycoon.
La speranza di una pace tra Trump e Musk è l'ultima a morire. Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia, ha affrontato vari temi in un’intervista al Caffè della Versiliana. Ha detto che Musk e Trump, pur con visioni diverse, potrebbero trovare un punto d’incontro nonostante la situazione complicata tra loro. Ha definito l’Italia un Paese arretrato sotto molti aspetti, con il rischio di essere facilmente messo in ginocchio, criticando anche la gestione del PNRR.
Ha sottolineato la minaccia tecnologica e militare rappresentata dalla Cina, che lavora seriamente per diventare indipendente nella produzione di armi. Stroppa ha evidenziato come i social, soprattutto TikTok, possano influenzare negativamente le nuove generazioni. Ha infine suggerito che l’intelligenza artificiale dovrebbe diventare materia di studio nelle scuole, dato il suo enorme potenziale sia creativo sia distruttivo.
Ha commentato inoltre i rapporti tra Musk e la politica italiana, affermando che Musk ha simpatia per Giorgia Meloni, ma scontri sono più con la politica romana.